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‘Gladiator in Arena Consilium Capit’ il motto degli antichi Gladiatori è abbastanza chiaro anche per chi non ha studiato il Latino ‘è nell’Arena che il Gladiatore Studia la Strategia di Combattimento’ il riferimento è al presunto e tardivo studio della strategia quando si è già ingaggiati in un duello armato, ma, in realtà il pilota Romano 46enne  è assolutamente un degno erede degli antichi guerrieri dell’Impero Romano, un combattente che, nonostante non sia più giovanissimo, si tiene in ottima forma in palestra, lavorando duramente per farsi trovare sempre pronto e per battere una concorrenza sempre più agguerrita e più giovane, fisico atletico e reattivo, una preparazione che cura anche a tavola ed un aspetto più da 30enne che da 40enne, amante dello sport, lo sci in particolare, ma anche del tennis e con una voglia matta di emergere che possiede fin da giovanissimo.

L’ho incontrato in un ristorante a Roma centro e abbiamo scambiato quattro chiacchiere come tra vecchi amici parlando del motor sport e di tanti altri argomenti, ed è qui che più di ogni altra cosa ha lasciato un segno la nostra conversazione, mi sono trovato di fronte un uomo intelligente e spiritoso che ha un amore incondizionato per la velocità, la sua passione per i motori traspare così intensa come il suo sorriso, abbiamo ricordato le epoche in cui da piccoli (siamo coetanei n.d.r.) ‘smanettavamo’ con i motorini lungo la via Olimpica a fare le ‘penne’ (le impennate), in cui passavamo ore ed ore ad elaborare i nostri piccoli 50cc fino a portarli a velocità e prestazioni stratosferiche per la tecnologia di quel tempo, lui, come molti altri, ha iniziato sulle due ruote ma poi la sua vera passione sono diventate le auto; ha incominciato relativamente tardi in questo mondo, a 23 anni con i kart e forse il tempo ‘perso’ ne ha condizionato la carriera, fatto è che da allora non si è mai fermato in un corollario di stagioni sempre in crescendo fino ad approdare al Team Roal di Roberto Ravaglia grande pilota Italiano vincitore con la BMW di svariati titoli nelle categorie Turismo e Endurance, ed è quest’ultimo che conferma

Stefano Comandini alla guida di una vettura per la stagione 2014 nel campionato Blancpain Endurance Series a bordo di una Bmw Z4 GT3,

Bmw_z4_GT3

la fiducia riposta da un uomo e sportivo esperto come Ravaglia non fa altro che confermare le doti velocistiche del Romano (che è stato definito dalla BMW uno dei suoi 25 migliori piloti del mondo del 2013), infatti è noto, soprattutto per chi è nell’ambiente del motor sport Italiano, che il ‘Patron’ della Roal ogni qual volta appronta una squadra lo fa con l’unico obiettivo di vincere, mettendo a disposizione dei piloti il miglior materiale ed i migliori tecnici possibili. Emerge dalle parole e dagli occhi del pilota Capitolino quanto abbia ancora il desiderio di vincere, di essere il numero uno, soprattutto in una categoria non facile dove c’è un’agguerrita concorrenza, egli stesso ha dichiarato ‘avrei potuto correre in altre serie e magari avrei potuto vincere in maniera relativamente semplice, ma io voglio crescere e vincere battendo i migliori, non mi accontento di vivacchiare nell’ambiente delle corse’, un desiderio fortissimo di lasciare un segno nella storia dell’automobilismo, e una soddisfazione per appagare la profonda passione proveniente dal cuore.

Certo a 46 anni e con una famiglia si pensa a volte al peggio, ma sono pensieri che sfiorano Stefano solo in certi momenti quando è lontano dalle piste, il lavoro al box lo riporta subito alla concentrazione, la sua preparazione mentale alla gara è scientifica, esamina i dati telemetria, parla con gli ingegneri per capire dove migliorare, si concentra ripercorrendo nella mente ogni singolo metro di pista cercando il punto migliore dove portare la traiettoria o cambiare una marcia, un lavoro mentale che arriva prima di entrare in vettura frutto di anni di esperienza e talento; e quando si accende il motore tutto è fissato come in un quadro e davanti c’è un solo obiettivo, arrivare alla bandiera a scacchi prima degli altri e ‘scatenare l’inferno’…

Comandini_Ferrari

Parlando della F1 è emerso, e questa non è una novità, quanto sia controversa la massima formula, con regolamenti complicati e cervellotici, macchine ibride, limite sui consumi, e il totale snaturamento dell’anima di questo sport, in un attimo ci siamo ritrovati a parlare degli anni passati, soprattutto degli ’80, a quei tempi per guidare una vettura da 1000 cv senza aiuti elettronici, ci voleva il ‘manico’ e il livellamento tra i piloti era molto più marcato, il talento usciva fuori da se e non da un software, forse siamo dei nostalgici ma ho condiviso appieno le sue osservazioni, siamo entrambi dei ‘puristi’ e l’attuale show della F1 rischia di non essere più all’altezza dei suoi spettatori.

Conversare con un pilota a questi livelli, ricordiamo che la vettura che guida ha circa 500cv, è qualcosa di straordinario anche per chi ascolta, spesso siamo portati a vedere questi uomini come divi inarrivabili o come marziani circondati da belle donne, ma quello che arriva dalle sue parole e dal linguaggio del corpo è passione allo stato puro, qualcosa di cui non potrebbe fare a meno per tutta la vita, parole sue, ed anzi la lontananza dalla competizione e dal rombo dei motori rappresenta uno stato d’erosione della sua ricca personalità, un uomo, sempre alla ricerca del suo limite, sempre che questo esista, perché come spesso ho scritto, i limiti non esistono per chi ha il desiderio di infrangerli, e in questo caso i periodi di inattività rappresentano il vero pericolo per un Pilota che fa della velocità il suo cibo, il suo ossigeno, la sua sopravvivenza…

Bmw_z4_GT3_2

Un sogno, la nostra conversazione arriva ai propositi, alle aspettative ed ai sogni, il suo obiettivo è vincere un campionato, essere il N.1 e soprattutto arrivare alla 24Ore di Le Mans, magari con una vettura competitiva, sarebbe il punto di arrivo per Stefano che dichiara anche che se dovesse accadere potrebbe lasciare il suo amato mondo, parole a cui francamente non riesco a dare tanto peso, non credo che un uomo animato da tanto furore agonistico possa mai liberarsene, e non è certo per un fattore anagrafico, ma è per quell’innato impulso che può capire solo chi lo possiede; i piloti, gli amanti della velocità, gli spericolati che sfiorano muretti a 300 Kmh hanno qualcosa di diverso dentro di loro, forse davvero nell’antica Roma non sarebbero stati altro che dei Gladiatori…

Foto gentilmente concesse dal sito ufficiale:
http://www.stefanocomandini.it/

Articolo ed intervista :

Marco Asfalto   

Twitter : @marcoasfalto

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