Nel sabato monegasco la Scuderia Ferrari si esalta sul piccolo tracciato cittadino: è la SF70-H #7 di Kimi Räikkönen a far segnare il miglior tempo, in 1:12.178, siglando pure il nuovo record del tracciato. Segue poi Sebastian Vettel ad appena 43 millesimi dal compagno di squadra, in 1:12.221.

Nelle qualifiche del Gran Premio di Montecarlo, la Scuderia Ferrari si aggiudica una prima fila che qui, come in nessun altro tracciato, vale una mezza vittoria. Dopo una lunga assenza, Kimi Räikkönen si riprende una pole position che mancava da ben 128 gare, ovvero dal GP di Francia del 2008. I ripetuti contrattacchi del compagno Sebastian Vettel durante le qualifiche tre, che ha dimostrato anch’esso un ottimo feeling con la vettura, non sono bastati a far arretrare in griglia il finlandese, stupendo tutti dopo che nelle prove libere era sempre rimasto dietro a Vettel.

L’eccellente lavoro svolto dalla squadra sin dalle prime prove libere del giovedì, ha permesso ad entrambi i piloti di disporre di una monoposto particolarmente adatta a percorrere le strade del breve tracciato cittadino. La SF70-H ha meravigliato soprattutto per le grandi doti di guidabilità e trazione, ingredienti fondamentali in un circuito simile: è lungo tale confine che si è gradualmente costruito dal giovedì un vantaggio che solo la Scuderia ha saputo esprimere al meglio del team Mercedes.

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Questione di passo o temperatura degli pneumatici?

Dal punto di vista degli pneumatici, la Rossa ha vantato una immediata capacità nel sfruttare la cosiddetta finestra ottimale, utile allo sfruttamento della mescola che qui a Monaco è l’Ultrasoft, ed è stimata aggirarsi tra gli 85 e i 115 °C; attitudine peraltro della sola SF70-H, dato che in passato poche monoposto del Cavallino potevano vantare una caratteristica simile. A dimostrazione di ciò la condizione tale per cui entrambi i piloti già dopo solo un giro di riscaldamento erano in grado di stabilire ottimi tempi sul giro, mentre le Frecce d’Argento si vedevano costrette ad attendere almeno il completamento di due o addirittura tre giri. Raikkonen  all’uscita in Q3 ha di fatto ripetuto la medesima strategia adottata nei precedenti turni: due giri di riscaldamento cui ha seguito il giro utile alla qualificazione.

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Dalle numerose inquadrature della regia è parso inoltre come entrambi i piloti del Cavallino riuscissero a far inserire con notevole precisione in curva la SF70-H, arrivando letteralmente a sfiorare i guard rail posti a bordo pista e a farla curvare con brevi raggi di sterzata, soprattutto al piccolo tornantino dopo la curva Mirabeau. Elementi indispensabili per staccare un buon tempo nel secondo settore, cioè quella parte della pista dove vi sono curve lente a più lunga percorrenza. Ed è proprio qui dove ha sofferto la W08, che se posta a confronto si è vista costretta ad allontanarsi molto dai muretti e a compiere lunghe traiettorie di sterzata al tornantino.

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Quanto al grip meccanico, il poter contare su di un ottimo sfruttamento della mescola ha conferito alla SF70-H una rilevante aderenza sull’asfalto, che nel terzo turno di qualifica ha toccato punte di 53 °C. Anche se nella mattinata Kimi Räikkönen aveva sofferto di un leggero sottosterzo e di poco feeling in frenata, in seguito risolti. D’altro canto, la W08 in qualifica ha dovuto spesso combattere con mancanza di grip, che l’hanno resa particolarmente sovrasterzante tanto da costringere Lewis Hamilton a evitare più volte l’impatto, come alla curva Massenet durante la fase di scalata prima dell’entrata in curva 4. Una sorte simile è toccata anche a Valtteri Bottas, che già nei giri cronometrati del Q1 si è trovato a dover controllare una monoposto che in più occasione “scodava”. Tuttavia nel finale il finlandese è comunque riuscito a strappare la terza posizione, ad appena 2 millesimi di secondo da Vettel. Conclusioni che portano ad evidenziare lo stato di complessità del progetto della monoposto, che poco si adatta con il suo passo alle strette vie del principato.

di Gianmarco Scapin

Twitter: @scapingianmarco

 

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