Alla vigilia del Gp meno esigente nei confronti dei propulsori di tutto il Mondiale F1 , Ferrari e Mercedes stanno completando le loro P.U. “evo” per l’impegnativa successiva gara canadese.

Non c’è un attimo di tregua per i team d’ingegneri delle squadre di F1.
Siamo appena alla vigilia del weekend di gara nel “salotto buono” di Montecarlo che già le scuderie devono pianificare gli sviluppi tecnici per la gara successiva, in quel di Montreal, sul circuito intitolato al mitico Gilles Villeneuve.

Un tracciato, quello canadese, dove le Power Unit verranno messe a dura prova, soprattutto sul lato consumi.
E proprio su questo versante sembra che stiano intervenendo i tecnici del Cavallino.

A Maranello stanno infatti approntando la specifica 2 della Power Unit 062 Evo (dimostratasi già ottima, probabilmente superiore a quella Mercedes, in qualifica) cercando di ottimizzare i consumi di carburante in gara, in modo da “liberare” un guadagno prestazionale (che alcuni misurano in circa 15-20 cv) utilizzabile per più giri.

E’ probabile che gli interventi apportati dal team d’ingegneri capitanati da Mattia Binotto abbiano riguardato in particolare testata e camere di scoppio sulla parte endotermica (ICE) della p.u. , aree cruciali per l’ottimizzazione dei consumi.
Sicuramente gli sviluppi riguarderanno anche l’area ibrida, per cercare d’incrementare l’efficienza del recupero d’energia (fondamentale, nel lungo rettifilo canadese, l’apporto dato dall’MGU-H).

Ma la rivale Mercedes non starà a guardare.
Per bocca del Responsabile Powertrain della Stella d’Argento Andy Cowell, Mercedes, che al momento si sente superiore nella sfruttabilità delle prestazioni motoristiche in gara, andrà a intervenire su quelle ottenibili in qualifica, per colmare il gap rispetto all’unità motrice Ferrari.

Il divieto, imposto quest’anno dalla Federazione, riguardo l’uso di valvole comandate per immettere olio e suoi vapori nel ciclo di combustione per “vitaminizzarlo” (unito al limite di consumo lubrificante di 0.6 litri/100Km) sembra aver colpito più di tutti il team anglo-tedesco, specie in qualifica.

Per motivi conseguenti (surriscaldamento dell’unità motrice), gli ingegneri di Brixworth hanno dovuto compiere una “marcia indietro” anche nelle specifiche oli e carburanti finora utilizzati (tornando a quelle 2016), perdendo prestazione proprio in quel “party mode” da qualifica che fino alla scorsa stagione è stato il vero punto di forza delle Frecce d’Argento.

Limitazioni che Ferrari sembra sia riuscita brillantemente a superare grazie alla separazione dei circuiti lubrificanti riservati a testa/basamento da quello per il gruppo turbocompressore, garantendosi la possibilità d’utilizzare al meglio il potere “energizzante” dell’olio additivato nella combustione (ma sempre rimanendo all’interno dei limiti legali imposti dalla FIA)

Sarà quindi interessante vedere di quali risultati saranno capaci i due team più accreditati per la conquista dei titoli iridati 2018.
Una sfida “totale”, che sancirà una tappa importante nel prosieguo del Mondiale 2018, in cui anche Renault e Honda saranno chiamate a rispondere, magari sfruttando lo “stratagemma” dell’utilizzo di 4 Power Unit in luogo delle 3 concesse dal regolamento durante l’arco del campionato.

Sempre che anche i due Costruttori attualmente leader del Mondiale non intraprendano anch’essi la medesima strada, incorrendo in penalità ma potendo così “spingere sull’acceleratore” delle massime prestazioni raggiungibili.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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