Una seconda interessante pillola mi serve per mostrare quanto abbiamo raccontato a livello teorico nei giorni scorsi.

Mi sono dedicato molto, e chi legge i miei articoli da inizio anno l’avrà capito, a far capire in modo rapido e preciso i principi fisici che regolano le vetture di F1. Mi concentro principalmente sull’aerodinamica.

Ho parlato molto del tubo di venturi e nell’ultimo articolo della rubrica TechF1-XRAY l’ho anche comparato ad un fondo piatto per dimostrare come funziona questo importantissimo elemento.

Riprendiamo in breve il concetto ricordando che una teoria più approfondita è ritrovabile al seguente LINK.

Sappiamo come funziona il concetto di Tubo di Venturi e ricordiamo il suo risultato più importante ovvero che quando una porzione di flusso incontra una strettoia, è costretto ad accelerare per poter passare tutto attraverso il passaggio. Sappiamo che mentre accelera, è costretto a diminuire la sua pressione. Il fondo piatto, abbiamo detto, assomiglia molto ad un tubo di Venturi e per capirlo li poniamo a confronto

Esiste innanzi tutto un ingresso all’interno del quale entra un flusso, indicato con il numero 1, e presente sia nel Tubo di Venturi che all’inizio del fondo piatto.  La particolarità di un imbocco di questo genere è la sua tendenza a stringersi fin dal punto di partenza, proprio per riuscire ad accelerare il flusso in ingresso e ridurne la pressione esattamente quando scorre sotto la vettura.

Il risultato è un risucchio verso il basso e quindi la generazione di deportanza.

Approfitto per questo motivo di una visuale interessante del box Ferrari a Melbourne per mostrare esattamente l’area in cui il fondo piatto accelera la corrente grazie ad un ingresso di questo tipo.

È interessante sapere che con questo sistema, la vettura fornisce molta energia al flusso e quindi il dispendio di potenza della PU per far funzionare il dispositivo aerodinamico è molto elevata.

Notiamo come, nonostante tutto, su una pista come Melbourne l’ingresso sia generoso come dimensioni. Avviene ciò proprio perché il fondo piatto funziona molto bene anche a basse velocità rispetto agli alettoni che invece sono più efficaci solo oltre un valore minimo di percorrenza. Essendo presenti molte curve con raggio e ampiezza ridotte sul circuito australiano, è molto importante sfruttare al massimo il sistema deportante in questione, anche con ingressi molto larghi. Immagino che su una pista differente e con curve di raggio maggiore, grazie ad un maggiore supporto degli alettoni, l’ingresso del fondo piatto potrà variare le sue caratteristiche ed essere più compatto. Non mancherò di mostrare le differente durante i vari gran premi.

Continuate a seguirci!

A presto!

Alberto Aimar

 

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