Nel 2017 la Redbull, soprattutto ad inizio stagione, ha palesato gravi difficoltà: molti hanno legato questo problema al coinvolgimento di Adrian Newey nel progetto della vettura stradale dell’Aston Martin, partner Redbull. La vettura appariva quindi priva del tocco “magico” del controverso aerodinamico, padre di tante vetture vincenti. Quest’anno invece, nonostante le dichiarazioni di Helmut Marco, Redbull vuole tornare ad insidiare il duo Mercedes-Ferrari. Senza dubbio la vettura lascia a bocca aperta, in primis a causa di una colorazione assolutamente inusuale, che ricorda addirittura quella delle Spy car.

Partendo dall’anteriore, si nota immediatamente il muso “cavo” già presente sulla vettura 2017, che sfruttando una interpretazione regolamentare permette di avere un flusso d’aria attraverso la punta del crashbox. I piloni dell’ala anteriore ricordano veramente un diffusore,allargandosi a campana. Tralasceremo la forma dell’ala, che sicuramente verrà modificata prima del debutto. Le telecamere anteriori vengono supportate da tre cilindri, evitando quindi la separazione del flusso che rimane radente alla superficie del muso; la Redbull utilizza ancora una batwing di dimensioni più limitate di quelle della Haas e della Williams.

Al piano di separazione tra muso (crashbox) e telaio, si può notare in basso due triangolini di accesso aria, presenti anche l’anno passato, che servirebbero ad alimentare l’S-Duct (quasi invisibile la sezione di uscita, che “spezza” il numero 3).Molto particolari le carenature degli attacchi bracci sospensione,

Freccia gialla a destra foto @ScarbsTech

 

sembrerebbe che il punto di snodo sia addirittura esterno alla superficie telaio, ma potrebbero addirittura essere delle carenature flessibili: senza vedere la vettura “muoversi” è impossibile comprenderlo. Motivo di questo possibile “accorciamento” dei bracci, quello di cambiare il comportamento delle sospensioni, sfruttando un pivot lato ruota molto rialzato.Troviamo poi un tubo di Pitot molto complesso, con tre supporti che probabilmente permettono di tri-dimensionalizzare l’acquisizione dati ed immediatamente dopo una sfera sommersa che sembrerebbe una telecamera in grado di inquadrare l’intera semisfera superiore.

 

Ad accarezzare i flussi troviamo una miriade di deviatori in cascata, che ci portano al punto che ci fa strabuzzare gli occhi.

L’imbocco delle pance, è ridottissimo, tanto che le strutture di crashbox laterali spuntano fuori (solitamente sono “avvolte” nel disegno delle pance) Sopra il cono una vera e propria ala,

il cui compito però è quello di guidare i flussi sulle superfici spioventi delle pance: non si vede una forma di questo tipo, completamente spiovente verso il basso, da decine di anni nelle competizioni. Un azzardo che solo la mente di Newey poteva pensare di proporre. Al bordo esterno anteriore del fondo troviamo un altro elemento aerodinamico, che immaginiamo lavori insieme ai bargeboard quasi perpendicolari alla direzione di marcia per fungere da minigonna pneumatica e sigillare il fondo.

Solita sfilza di soffiagli (che cambieranno di gara in gara)davanti alla ruota posteriore e grande rastrema tura della zona Coca-Cola, con il puntone delle sospensioni molto avanzato.

 

Mono-Pilone al posteriore e nessuna T-wing (che potrebbe però essere implementata successivamente) ed un’ala abbastanza semplice (per ora). L’halo non pare presentare appendici aereodinamiche particolari (ma il colore nero opaco rende molto difficile individuare eventuali forme particolari) e il cofano sembra avere una inusuale scomposizione (split line) che dovrebbe in teoria permettere di accedere alla parte superiore del Plenum senza rimuovere le pance. Che sia per motivi di comodità o di poter variare la geometria, magari con un camino simil-Mercedes non lo sappiamo. Bisogna ricordare però che ogni split -line aggiunge peso e se quindi è stata aggiunta, ci sarà sicuramente un motivo ben valido. Accanto agli attacchi Halo posteriori, troviamo due pannelli rimovibili che potrebbero essere sostituiti con degli sfoghi per l’aria.

Una vettura davvero innovativa, che dovrà però dimostrare di essere alla pari con Mercedes e Ferrari, nella speranza che il propulsore sia al livello delle concorrenti

Ing. Werner Quevedo Twitter

Foto AMuS @ScarbsTech

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