Per conoscere e saggiare la consistenza del Mito occorre recarsi nei luoghi dove questo rito si “consuma”, rinnovandosi giorno dopo giorno: e questa è la possibilità che ho avuto qualche settimana fa, grazie all’opportunità concessami dallo Scuderia Ferrari Club e, soprattutto, dallo Suderia Ferrari Club Tirreno (e qui colgo l’occasione per ringraziare in primis il Presidente del sodalizio Alessandro Colosimo, oltre a tutti i meravigliosi soci “compagni di viaggio” in questa splendida avventura, fatta di passione ma anche di tantissima competenza e simpatia).Una “due giorni” intensa, impossibile da dimenticare, dove la meraviglia, la curiosità, la sorpresa nel poter vedere da vicino il “com’è fatto” della più prestigiosa industria automobilistica del globo è stata corroborata da rapporti umani sinceri e dalla nascita di reciproci rapporti di stima e d’amicizia con gli accorsi a questa occasione unica e speciale.
Arrivati a Maranello nel tardo pomeriggio, siamo stati accolti e “coccolati” nelle belle camere del Planet Hotel, situato in posizione ultra-strategica (a poche decine di metri dall’ingresso storico della fabbrica in Via dell’Abetone Inferiore e dalla Nuova Gestione Sportiva, la cui avveniristica palazzina
  illuminava la sera in un gioco di luci rosse dove campeggiava, imperioso, lo scudetto del Cavallino Rampante), prima di ritrovarci a cena per la “prima tappa obbligata” verso la ricerca del Mito.
Location della cena lo splendido Ristorante Montana, facilmente raggiungibile con pochi minuti d’auto. E qui, oltre ad assaporare buonissimi piatti della tradizione locale (dove tutto spicca per gusto e sapiente preparazione, partendo dalla profumatissima mortadella I.G.P. fino ad arrivare all’ampia scelta di dessert, con abbondante “innaffiatura” di un buon Lambrusco), si inizia a respirare l’ “aria di casa” Ferrari: le pareti sono “cariche” di ricordi e memorabilia tutta legata al mondo delle corse e della Rossa. Facile quindi lasciarsi andare, cullati dal gentile e competente servizio, in lunghe disquisizioni su quello che la Rossa è stata, è, e sarà, sia in pista che sulle strade di tutti i giorni.
Un piccolo, toccante flash della serata: appena dopo l’ingresso nel locale, sulla sinistra, troviamo una gigantografia in cui Michael Schumacher assapora un piatto di pasta preparato da “Mamma Rossella” che lo abbraccia, con annessa dedica autografa del pluri-iridato, indimenticato, “ferrarista”. E il pensiero va così subito al Kaiser, alla dura lotta che sta combattendo, e alla speranza mai sopita, nonostante le enormi contingenze, di rivederlo quantomeno sereno e sorridente.
Conclusasi la serata, dopo una nottata di riposo e un’abbondante colazione al risveglio del mattino seguente, appuntamento davanti all’ingresso di Via Grizzaga per il momento “clou” di questa “due-giorni”: il tour guidato della fabbrica Ferrari, del Reparto Corse Clienti e del Circuito di Fiorano.
Non poco emozionati, ci accingiamo a varcare i cancelli (guidati dalla simpatica guida d’origine giapponese e da una maestranza “senior” dello stabilimento, conoscitore di tanti aneddoti sull’azienda fondata dal Drake), e ci ritroviamo, con alla destra la galleria del vento progettata nel 1997 da Renzo Piano e recentemente aggiornata, alle porte della cosiddetta “Nuova Meccanica” (una futuristica struttura realizzata dall’architetto Marco Visconti), dove si trovano le linee d’assemblaggio della gamma motori delle stradali del Cavallino (8 e 12 cilindri, più i 6 delle Maserati: e secondo un indiscrezione, fra tre anni verranno qui realizzati anche i V6 Turbo della futura Dino). Il tutto è giustamente “secretato” e impossibile da riprendere, ma è necessario descrivere un particolare macchinario che svolge una funzione importantissima: quella del montaggio di guide nelle sedi valvole della testa-motore attraverso un meccanismo di “interferenza termica”. Le guide vengono raffreddate attraverso immersione in azoto liquido, mentre la testata viene riscaldata in un forno: dopo l’unione dei due componenti, riportati a temperatura ambiente, la loro unione sarà salda e precisa e, dopo uno scrupoloso controllo da parte di addetti specializzati, la testata così composta avanza verso la fase successiva. Per le loro particolari movenze, le due macchine vengono soprannominate dagli addetti della fabbrica “Romeo e Giulietta”.
In questo particolare reparto abbiamo potuto vedere in opera la “Formula Uomo”, sistema voluto fortemente dall’ex presidente Montezemolo, atto a mettere la forza-lavoro nelle condizioni di lavorare in un ambiente il più possibile confortevole e “a misura umana” (all’interno sono presenti delle aree verdi rigogliose per il relax dei dipendenti). Ultima cosa notata: anche qui sono presenti dei banchi dinamici per prove motori dell’azienda austriaca AVL, “fratelli minori” di quelli, ben più costosi, deputati alle prove dinamiche di telai, cambi e power-unit delle monoposto per la Formula Uno (gelosamente custoditi al riguardo da “occhi indiscreti”).
Tappa successiva (dopo essere passati di fianco al Centro Sviluppo Prodotto, caseggiato “off-limits” disegnato da un altro architetto di fama mondiale, Massimiliano Fuksas) sono le Nuove Linee di Montaggio (ennesima struttura disegnata da un architetto di fama, il francese Jean Nouvel), dove i vari telai della gamma (California, 488GTB e Spider, F12 Berlinetta, di cui stanno girando i prototipi della futura generazione F12 M, e GTC4 Lusso) vengono assemblati da operai coadiuvati da apparecchiature sofisticatissime (come durante la delicatissima fase di montaggio del parabrezza, importantissima per contribuire ad aumentare la rigidezza strutturale del corpo vettura). Le serie speciali (come l’hypercar LaFerrari, nella sua ultima declinazione Aperta, di cui abbiamo potuto apprezzare la bellezza presso il Museo Ferrari) vengono realizzate in una linea dedicata e “segreta” per gli esterni.
Ultima tappa del tour degli stabilimenti, l’ingresso nella Gestione Sportiva, nel Reparto Corse Clienti, dove vengono custodite, praticamente ai bordi del Circuito di Fiorano (dove stavano girando le nuove GTC4 Lusso“T” in prova), sia le vetture del programma Corse Clienti (a farla da padrona quelle del Programma FXX, soprattutto le FXX K dotate di quasi 1100 CV) sia le monoposto di Formula Uno delle varie stagioni (fino alla più recente SF16-H).
Usciti dagli stabilimenti (non prima della foto di rito davanti agli ingressi storici posti davanti agli uffici che furono di Enzo Ferrari), con ancora gli occhi pieni delle tante “meraviglie” appena viste, ci dedichiamo allo shopping in tema (col sottoscritto che è riuscito a trovare l’ “agognato” modellino in scala 1:43 a tiratura limitata della Ferrari F.1 F92-A, a cui sono particolarmente legato. Monoposto così bella a vedersi quanto inefficace e “sfortunata” in pista) prima della visita d’obbligo al Museo Ferrari, con la mostra “Ferraristi per Sempre” dove, tra le altre, emozionavano già alla semplice vista le monoposto di Niki Lauda, Michael Schumacher e dell’ “Aviatore” Gilles Villeneuve.
Subito dopo, pranzo presso un altro centro di eccellenza gastronomica “made in Maranello”: il Ristorante Drake. Dell’ottimo menù “pantagruelico” da ricordare lo gnocco fritto servito caldo da accompagnare con salsiccia fresca e lardo: una vera goduria dei sensi.
Ultima tappa prima del rientro a casa il MEF (Museo Enzo Ferrari) di Modena: la casa natale e le officine del padre di Enzo sono affiancate da un’avveniristica struttura “gialla” (colore della città) che si “atteggia” a cofano anteriore di una vettura del Cavallino. L’allestimento interno è curatissimo, pieno di vetture storiche facenti parte della mostra tematica sulle Ferrari protagoniste delle pellicole cinematografiche, coadiuvata da proiezioni su maxischermo che creano un’atmosfera unica. All’interno dell’ex-officina paterna invece trova spazio la mostra relativa ai prototipi di propulsori realizzati a Maranello, da quelli marini (è ospitato il motoscafo d’epoca che realizzò il record di velocità) ai monocilindrici sperimentali da Formula Uno.
Un bilancio conclusivo su questa due giorni da ricordare?
Il Mito è vivo e vegeto, e probabilmente nei momenti di difficoltà, come sono questi della Scuderia in Formula Uno, si “corrobora” ancor di più negli spiriti di appassionati e addetti ai lavori.
E la determinazione che si vede negli occhi di quest’ultimi, spinta da quel motore unico e instancabile chiamato passione, conforta del fatto che la voglia di un pronto riscatto sportivo non si è minimamente sopita, e con decisione e volontà, potrà portare le Rosse nei posti di vertice che le competono.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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