Quinto round del duello Mercedes-Ferrari, in quel del Montmelò, ad appannaggio della squadra della Stella d’Argento, che si porta sul 3 a 2 nel computo dei successi. Ma la Ferrari, battuta ma non sconfitta, dimostra una volta di più, su un circuito probante e selettivo, d’essere una seria candidata ad entrambi i titoli iridati. E la sfida tra i due  leader iridati  Vettel ed Hamilton è sempre più accesa.

Una gara tirata, combattuta, dove le strategie hanno giocato un ruolo cruciale, con Mercedes brava a cogliere i momenti topici per mettere Hamilton davanti (come nel giro di rientro per il secondo pit dell’inglese, durante gli ultimi istanti di Virtual Safety Car, in modo da evitare alla Ferrari di fare altrettanto con Vettel, guadagnando così tempo prezioso sul tedesco) e “immolando alla causa del team l’”oramai” secondo pilota Mercedes Bottas, facendogli fare deliberatamente “da tappo” al già citato tetra-iridato Ferrari.
Ma gara anche con sorpassi concitanti: bellissimo quello di Vettel sul “tappo zigzagante” Bottas, con tanto di leggera escursione sull’erba. Forse meno bello (perché facilitato dalla somma DRS+“manettino” Mercedes, contro una Ferrari che montava la Spec 1 del motore endotermico), ma altrettanto ben “messo in atto”, quello di Hamilton su Vettel (da vedere la “finezza” del tri-campione inglese che disattiva il DRS manualmente un attimo prima della frenata, in modo da avere tutto l’appogio aero disponibile per staccare “più profondamente”), dopo una lotta durissima (con annessa “toccatina”) tra i due all’uscita del tedesco dai box dopo la seconda sosta.
Così s’è consumato il momento clou del Gp di Spagna, ed Hamilton, controllando sucessivamente, su gomme Soft, il ritmo del ferrarista su gomme White Medium (l’altro ferrarista Raikkonen, a seguito del “sandwich” alla prima curva tra lui, Bottas e Verstappen, è uscito fuori dalla contesa fin da subito), ha portato la Mercedes al terzo successo stagionale ed al suo personale “hat trick” (pole, vittoria e giro più veloce in gara).
Dal punto di vista tecnico, questa è stata la gara nella quale il team anglo-tedesco ha mostrato tutta la sua “potenza ingegneristica”, portando sull’asfalto del Montmelò una versione “B” della sua W08 Hybrid EQ Power+.

Photo Newsf1.it, Alessandro Sala

A prima vista, le numerose novità, diversamente da quanto pronosticato da alcuni nelle settimane antecedenti al Gran Premio, non hanno “scavato il solco” nei confronti dei diretti rivali di Maranello, ma sono sembrate più incentrate a “correggere” i difetti endemici della Freccia d’Argento: il peso eccessivo ed il sovrasterzo che metteva a dura prova la durata delle gomme posteriori.
In gara la “creatura” del team di Aldo Costa è sembrata essere sullo stesso piano, nella gestione gomme, della monoposto del Cavallino Rampante: il che potrebbe far presagire che, nei prossimi appuntamenti, potranno indirizzarsi alla ricerca dell’incremento delle prestazioni velocistiche.
Ma questo ha anche un “rovescio della medaglia”: nonostante uno “sfoggio di forza” così ampio della Casa della Stella, e nonostante un numero di upgrade meno “appariscenti” e (verosimilmente, solo in apparenza) meno performanti, la Ferrari, in gara così come in qualifica, è stata sullo stesso livello della Mercedes. Il tutto inoltre senza poter sfoggiare il motore termico “evoluto”, sostituito prima delle qualifiche con la vecchia unità, a causa della perdita di fluidi (ma dovrebbe essere recuperabile per i prossimi eventi. Da “attenzionare”, invece, i gruppi turbocompressori utilizzati, arrivati già al limite delle 4 unità).
Sulla questione “guerra tra Power Unit” da notare un altro fatto: sul podio Mercedes ha mandato colui che cura i carburanti Petronas (nel giorno, tra l’altro, del suo compleanno) per la Freccia d’Argento. Segno che in Spagna il fornitore con base a Villastellone abbia invero portato novità importanti in tale ambito?

©Sky Sports F1, FOMMentre Ferrari, si dice, attenda sempre una grossa novità dal proprio fornitore Shell.

Mentre Ferrari, si dice, attenda sempre una grossa novità dal proprio fornitore Shell.
Inoltre, da capire se il “plan C”, ordinato a Vettel via radio dal suo ingegnere di pista Riccardo Adami appena dopo aver capito che non sarebbe riuscito a riprendere Hamilton, fosse una strategia relativa al “fuel saving”, dopo aver “dato tutto il possibile” nelle fasi precedenti di gara.
Visti anche i numeri delle classifiche mondiali, ed i ruoli “da gregari” definiti dalle circostanze di pista infauste (vedi Raikkonen) o da clausole contrattuali col team (vedi Bottas), si configura così, per il resto del campionato, una lotta ravvicinatissima e “senza quartiere” tra Vettel (capoclassifica per sei lunghezze) ed Hamilton, così come tra Mercedes (avanti di 8 punti sulla Scuderia di Maranello) e Ferrari. E saranno gli upgrade delle vetture a sancire gli equilibri futuri.
Gli altri, Red Bull in primis, si sono classificati ad anni-luce dai due team di vertice (Ricciardo, terzo primo dei non doppiati ma “quasi”). In particolare, il team austro-inglese, dopo i buoni progressi mostrati in qualifica grazie, soprattutto, alla nuova sospensione anteriore, in gara non ha mostrato gli stessi segnali di “brillantezza”. Così come la McLaren-Honda, che dopo la “magia” di Alonso, settimo in qualifica, ha comunque concluso la gara (e con la PU Honda è comunque come una vittoria) ma fuori dai punti.
Tra quindici giorni il Circus si ritroverà nel suo “salotto buono” di Montecarlo. Sulla carta gara favorevole al passo corto Ferrari, ma sarà interessante vedere se Mercedes avrà compiuto progressi tali da insidiarla per la vittoria, senza dimenticare la possibile outsider, viste le caratteristiche richieste dal tracciato, Red Bull.
Nota conclusiva “di colore”: la vicenda del “piccolo tifoso” di Raikkonen portata alla ribalta dai teleschermi dimostra quale sia l’attenzione, anche per gli aspetti “extra pista”, del nuovo management di Liberty Media. Speriamo che questa attenzione nei confronti di appassionati e tifosi sia sempre più ampia ed “orientata” anche al rendere lo spettacolo sempre più “a prova di vecchi cuori da corsa”.
Un’idea, magari una “speranza”, sarebbe quella, per il futuro, di vedere l’abolizione del DRS, in modo tale da rendere i sorpassi in pista meno “artificiali” dando, al contempo, sempre più valenza al “manico” dei nostri tanto amati “cavalieri del rischio”.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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