Nonostante le previsioni infauste, nonostante la Mercedes abbia schierato una Power Unit evoluta, la Ferrari, con Sebastian Vettel, è a poco più di due decimi e mezzo dalla pole di Hamilton (numero 68, come quelle di Schumacher).
E per la gara, visto il passo mostrato nelle libere, annuncia battaglia.

Prima fila per Sebastian Vettel nell’ “Università dell’Automobilismo” di Spa-Francorchamps, che celebra così il fresco rinnovo di contratto triennale con la Rossa.
Ed il risultato poteva essere anche più florido, senza le vibrazioni anomale che hanno minato la prestazione dell’altro ferrarista Raikkonen, apparso al top qui, soprattutto nel selettivo curvone di Pouhon, dov’era il più veloce di tutti.
Raikkonen che, dopo aver abortito il giro finale, a causa delle suddette vibrazioni (causate dalla costruzione/carcassa delle gomme? Mario Isola della Pirelli “scagiona” gli pneumatici nel post-qualifiche) e di un errore, ha “tirato la scia” a Vettel, per aiutarlo a mettersi in prima fila davanti alla Mercedes di Bottas (e vicino all’altra W08 di Hamilton, che oggi raggiunge il Kaiser Schumacher per numero di pole in carriera).
Ma gli uomini Mercedes mostravano comunque dei volti preoccupati: si aspettavano infatti, su questa tipologia di tracciato, d’essere ben più avanti rispetto alla Ferrari, soprattutto in luce dell’adozione della quarta specifica di P.U. , che da sola, come visto soprattutto nel T1, vale circa 4 decimi in modalità “overboost” (quell’overboost, a “base d’additivi d’olio”, che potrebbe sconquassare prossimamente il clima “quasi sereno” dell’attuale Formula 1…).
Ferrari ha fatto tesoro della dura lezione di Silverstone, lavorando sulla SF70-H ed approntando delle modifiche (particolari di micro-aerodinamica su ala anteriore e pavimento davanti alle ruote posteriori, nuovo diffusore, terzo elemento della sospensione anteriore e posteriore) dedicate alla riduzione del drag, in modo da sfruttare appieno la potenza della Power Unit del Cavallino.
E proprio sulle Power Unit, come accennato, e sul loro consumo d’olio in chiave prestazionale, si giocheranno le sorti del Mondiale.
Infatti, la “furbata” Mercedes d’anticipare l’introduzione della nuova specifica di motopropulsore (la quarta stagionale, l’ultima prima di eventuali penalità), per bypassare le limitazioni di consumo (0,9 litri per 100Km) di lubrificante che la FIA introdurrà a Monza per le nuove unità (quindi non retroattivamente), sta scatenando il malcontento generale.
E questo fa capire quanto la Mercedes “abbia bisogno” dell’olio additivato per elevare le prestazioni, soprattutto in qualifica, delle sue Power Unit, andando un po’ “in barba” alla filosofia “green” dell’attuale regolamento sui propulsori.
Fa specie che questa tecnologia, utilizzata dalla Casa della Stella fin dagli albori dell’era ibrida, sia stata “attenzionata” dalla Federazione solo quando altri Costruttori, leggasi Ferrari, hanno iniziato ad utilizzarla per adeguarsi ai “dettami” Mercedes.
Sarà decisivo un intervento “equo e risolutore” della Federazione, pena la perdita di credibilità e “significato sportivo” della massima disciplina motoristica.
Per la gara di domani, pioggia permettendo, possibili due diverse strategie. La Mercedes, vista la tendenza a surriscaldare gli pneumatici posteriori ed il comportamento sì veloce ma “nervoso”, potrebbe puntare sull’uso della mescola Yellow Soft, effettuando una sola sosta, ma la Pirelli mette in guardia dal blistering emerso oggi sulle coperture.
L’altra strategia, quella a due soste (partenza in Purple Ultrasoft e poi due treni di Red SuperSoft o SuperSoft-Ultrasoft), potrebbe essere quella congeniale alla Ferrari, mostratasi come la più veloce ed efficiente nella gestione degli pneumatici.
Ci attende quindi una gara emozionante, come sempre accade su tracciati lunghi e selettivi come questo, meraviglioso, “adagiato” tra i suggestivi boschi delle Ardenne.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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