Il Gran Premio di Catalogna si è concluso con la vittoria di Lewis Hamilton, seguito da Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo. Ma avremmo avuto la stessa classifica se Kimi Raikkonen non avesse abbandonato la gara al primo giro? Quanto sono importanti i due finlandesi per la lotta al mondiale?

Si sa, Barcellona è, da sempre, il regno degli aggiornamenti: così come da “tradizione”, tutti i team di Formula 1 aspettano il ritorno nella madre Europa per poter aggiornare le monoposto, portare quel qualcosa in più per rimescolare le carte del mondiale, per aprire nuovamente il campionato.

Le aspettative, in questo 2017 pervaso di rivoluzioni tecniche, non sono state deluse, e al giovedì, al Montmelò, non si parlava d’altro: la RB14 che non è, in realtà, stata pervenuta, i nuovi numeri, ben visibili, sulle monoposto, ma soprattutto, la nuova Mercedes.

Dopo la gara disputata da Roscoe a Sochi, la scuderia tedesca ha portato in Europa una monoposto diversa, (primo elemento tra tutti, il muso rastremato e le così dette zanne ai lati, e con conseguenti modifiche al posteriore, potete vedere la nostra galleria fotografica esclusiva qui) con il primo obiettivo di poter migliorare la gestione gomme, ma soprattutto, riprendersi quel dominio incontrastato che è sembrato vacillare nelle prime gare della stagione.

Credits: Lewis Hamilton Official Twitter Account Photo by Steve Etherington

La Ferrari di Sebastian Vettel si è infatti aggiudicata la vittoria in Australia e in Barhain, mentre Lewis Hamilton ha vinto in China, ma ha dovuto lasciare il dominio, dopo una gara che si potrebbe dire “disastrosa”, per un campione come lui, al suo compagno di squadra, Valtteri Bottas.

I massicci aggiornamenti delle frecce d’argento lasciavano presagire il peggio, per la ormai famosissima Gina, che ha aggiornato, invece, in terra spagnola, pochissimi dettagli.

L’abisso che tutti si aspettavano, però, in qualifica, non c’è stato: si è temuto un disastro, dopo il danno al motore della SF70-H col numero 5 e soprattutto in Q1, quando è stato chiesto a Vettel di riportare la macchina ai box, ma Gina si è ripresa subito, portando, infine, in Q3, il pilota tedesco a soli 51 millesimi di distanza da Lewis Hamilton, pole man di giornata.

Capita spesso, il Sabato, dopo le Qualifiche, di fare previsioni: partenza dalla prima fila, lato sporco, lato pulito della pista, e personalmente chiedono spesso anche a me: chi vince domani?

Se nei quattro GP precedenti era facile poter fare una previsione, così non è stato per il Gran Premio di Domenica scorsa. Quando mi hanno chiesto come sarebbe andata la gara, chi avrebbe avuto più possibilità di vincere, c’era l’incognita di questo grande step evolutivo Mercedes, che è davanti di 51 millesimi ad una Ferrari che ha segnato un tempo con la prima power unit, non aggiornata, senza grandi stravolgimenti aerodinamici.

La mia risposta, quindi, è stata: “I finlandesi giocheranno un ruolo cruciale.” E così è stato.

Già dalla Russia, abbiamo capito che probabilmente, l’asso nella manica della Ferrari si chiama Valtteri Bottas, colui che, dove Gina non riesce, può togliere quei 25 importanti punti al suo compagno di squadra.

Ma cosa sarebbe successo se lo stesso Bottas non avesse colpito Kimi Raikkonen, mandandolo fuori pista con conseguente rottura della sospensione su un cordolo, costringendolo ad abbandonare la gara già al primo giro?

Credits: F1 Official Twitter Account

Sicuramente, Bottas non sarebbe stato li fuori così a lungo. Non avrebbe trattenuto Vettel, non avrebbe cercato in tutti i modi di rovinare il set di gomme del tedesco.

Si è già parlato di un Valtteri Bottas utilizzato come “tappo”, nei confronti della Ferrari, ma si è arrivati ad utilizzare, Domenica, l’espressione “vittima sacrificale”.

Ma la Mercedes ha davvero sacrificato Bottas?

Riviviamo per un attimo il GP:

Vettel scatta alla partenza prendendosi la prima posizione a discapito di Lewis Hamilton, che lo segue in seconda posizione per le prime 13 tornate.

Bottas, in curva 1, come sappiamo, colpisce la posteriore destra di Kimi Raikkonen, che a sua volta colpisce Verstappen. Entrambi sono costretti ad abbandonare il Gp, quindi, già al primo giro.

Il primo ad effettuare il pit è Sebastian Vettel, che monta un altro treno di pneumatici soft. Rientra alle spalle di Daniel Ricciardo, ma le lacune della PU Renault fanno perdere alla rossa pochissimo tempo, e subito Sebastian è dietro il finlandese della Mercedes.

Probabilmente il pit stop, per il tedesco, arriva troppo presto; Hamilton rientra al 21° giro, montando gomme medie, rientrando in terza posizione.

Ed è qui che la Mercedes diversifica le strategie, tenendo fuori Bottas con l’obiettivo di far perdere tempo a Vettel e probabilmente anche degradare le sue gomme, a causa della scia della freccia d’argento.

Tutti urlano al complotto: la Mercedes utilizza Bottas per favorire Hamilton. Ma Bottas cosa ci ha rimesso, con questa mossa? Sostanzialmente nulla, visto i suoi problemi al motore con il conseguente ritiro al 38° giro.

Credits: F1 Official Twitter Account

Ma Bottas guida il gruppo, tenendosi dietro Vettel per tre giri per subire poi il sorpasso da parte della rossa. Rientra ai box al giro n.26, montando gomme medie, come il compagno di squadra, rientrando subito in 3° posizione.

Praticamente Bottas non perde posizioni, e la Mercedes lo sapeva fin dall’inizio: anche se avesse trovato traffico, il podio del finlandese non è mai stato in discussione, e Ricciardo non sarebbe comunque stato in grado di metterlo in difficoltà, vista la netta superiorità della PU Mercedes, che avrebbe potuto essere contrastata solamente dalla potenza della PU Ferrari. E magari della Ferrari dell’altro finlandese.

Se Kimi Raikkonen fosse rimasto in pista, probabilmente la Mercedes avrebbe agito comunque in questo modo, perché si sa, se c’è una freccia d’argento che lotterà per il mondiale piloti, è sicuramente la n. 44 la prescelta. Ma avrebbe anche potuto agire diversamente, per cercare di preservare un terzo posto che non sarebbe stato così scontato, con la minaccia dell’altra rossa, e forse, avremmo potuto vedere un finale diverso di questo GP.

Certo, non possiamo dirlo con certezza, era una remota possibilità, ma questa F1, almeno in Spagna, è stata imprevedibile, ed è quindi azzardato affermare che la lotta al mondiale sia una questione esclusiva tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, 3 titoli mondiali contro 4.

Credits: F1 Official Twitter Account – Lewis Hamilton e Sebastian Vettel si danno la mano sotto il podio di Barcellona. Si odieranno presto?

A giocare un ruolo importantissimo sono i due finlandesi, entrambi con questo unico anno di contratto davanti a loro, che con le unghie e con i denti dovranno si, aiutare la propria scuderia a conquistare il titolo costruttori, ma giocheranno soprattutto un ruolo importante per decidere chi sarà il campione mondiale del 2017.

Ciò che è certo, è che la differenza, Kimi, in questo GP, non l’ha fatta in pista, ma all’interno del Paddock: inutile raccontarvi nuovamente della nuova star del circus, Thomas, ma tanti sono i cambiamenti che stanno caratterizzando questa Formula 1, ma ciò che non cambia sono le emozioni che tutti proviamo, la passione per questo sport, che riesce nuovamente a tenerci col fiato sospeso, e il pianto e poi la felicità di Thomas, probabilmente rappresenta il bambino che è dentro ogni tifoso, ogni appassionato del motorsport.

Credits: Scuderia Ferrari Official Twitter Account – Kimi Raikkonen con il suo fan più famoso, il piccolo Thomas

 

di Marika Laselva

Twitter: @MarikaLaselva

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