Fare il punto in questo momento della stagione non è semplice e potrebbe essere fuorviante, tuttavia quanto sta accadendo intorno alla Rossa merita più della solita attenzione che si riserva al Team più blasonato della Galassia. Partiamo dalle novità che verranno portate sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve; la prima e forse più rilevante è stata la modifica della turbina; che non è stata rimpicciolita come tanti andavano dicendo, ma modificata nella sua struttura e ottimizzata nel rendimento allo scopo di non perdere energia quando l’unita ICE è in fase di carica; questo presuppone un altro errore, in due anni, relativo al gruppo ‘turbocompressore’, nel 2014 troppo piccolo, ora non abbastanza efficiente; tanto che alcuni ‘esperti’ hanno valutato in quasi mezzo secondo a giro (su quale pista non si sa…) il danno (o il mancato guadagno in termini cronometrici) arrecato da questo componente; il punto però è un altro, tale modifica costa 3 gettoni e la Ferrari, ovviamente, sta cercando di farla passare sotto il regime dell’affidabilità, così da non pagare ‘pegno’; la stessa Mercedes, in passato, ha ottenuto, nonostante una superiorità disarmante, delle deroghe per rendere più efficiente la propria Power Unit; purtroppo gira voce che la FIA non conceda nulla alla Ferrari, nonostante l’evidente problema palesato in Australia, se così fosse saremmo nella tipica fase di ‘due pesi e due misure’ tanto cara alla Federazione quando c’è da difendere interessi che potremmo chiamare ‘superiori’.

Altra modifica dovrebbe essere rappresentata da una nuova geometria delle sospensioni posteriori; mesi addietro abbiamo parlato di questo facendo notare come ancora non c’era un buon equilibrio tra la parte anteriore e quella posteriore della vettura, il così detto beccheggio, la macchina era ancora molto scomposta in uscita di curva, segno che non c’era ancora un buon rapporto tra le sospensioni davanti e quelle dietro; fu qualcosa di evidente già nei test, quello che sorprende è il tempo che c’è voluto per portare tali modifiche, ben 6 gare, in pratica si viaggia sempre su tempi biblici, quando invece gli avversari sono molto reattivi e portano molte novità; l’impressione, che abbiamo da anni oramai, è che ci si debba sempre concentrare su di una cosa alla volta e mai si riesca a lavorare contemporaneamente su più aree. Comunque il tutto servirebbe a sfruttare, finalmente, le indigeste gomme Pirelli, mandandole nel range di temperatura più adeguato; aggiungo che dovrebbe consentire di trovare un set-up efficace anche con variazioni, sempre di temperatura, della pista come ultimamente accaduto, condizioni che hanno avuto gli effetti che sono stati sotto gli occhi di tutti, soprattutto in Spagna.

In Canada ci sono quasi sempre basse temperature e qualche rettilineo, un GP adatto a sondare quanto fatto dalla Ferrari che potrebbe trovarsi di fronte anche la concorrenza della Williams questa volta; ricordiamo che lo scorso anno Bottas arrivò 3°; e poi c’è sempre da tenere a bada la Red Bull che sta crescendo; insomma una Ferrari che non riesce ad uscir fuori della sua personale Odissea, fatta di trazione, affidabilità e rendimento della Power Unit; un refrain che sta cominciando ad essere fastidioso non solo per il Team ma anche per i tanti tifosi; una pezza ce la dovrebbe mettere anche la Shell che dovrebbe portare una nuova benzina, più adatta alla nuova turbina. Insomma tanti piccoli passi per restare ancora a galla e sognare una parte centrale di stagione che sia migliore di quanto fatto fino ad ora; sarebbe deleterio vedere un Vettel demotivato in estate, proprio nel momento in cui c’è da raccogliere risultati e soprattutto spingere a fondo il gas…

Marco Asfalto

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