Questo è lo spirito della Scuderia Ferrari di questa settimana e lo sarà da qui alla fine, metabolizzata la sconfitta a Monza, causa assetti non produttivi e una Mercedes col motorone, si riparte da zero come se quella di Singapore fosse la prima gara di un campionato a 7 GP; dalla sua la Rossa ha il vantaggio di non aver omologato la specifica 4 della power unit  e una vettura che ha ancora un alto potenziale a livello telaio ed aerodinamica; i diretti rivali potrebbero essere plafonati da sviluppi di una vettura che è nata nel 2014 e che ha visto un upgrade molto importante a Barcellona, delle forme che forse hanno rimaneggiato le ore disponibili in galleria del vento; e proprio ora che i Tedeschi festeggiano il dominio di Monza e che passano avanti anche nella classifica piloti è il momento di attaccare ed affondare i colpi con fendenti da KO. A Singapore la Ferrari dovrebbe ritrovare la sua trazione e la capacità di essere subito competitiva, portare dei mini sviluppi per poi giocarsi la vera sfida sulle piste che avranno delle caratteristiche più consone alla SF 70H; c’è da sudare e soffrire; stare lontano dai guai, trovare sempre l’affidabilità e poi riuscire a portare una nuova specifica del propulsore per contrastare la potenza dei rivali, magari già in Malesia dove ci sono 2 lunghi rettilinei; di contro, nonostante la tanto palesata sicurezza di Toto Wolff, la Mercedes potrebbe ricorrere a delle sostituzioni di componenti da qui alla fine e quindi essere penalizzata in griglia. La sfida si gioca su minimi particolari e quindi ogni dettaglio potrà fare la differenza. Vediamo i distacchi relativi alla Q3 tra le due scuderie nel 2016, questo potrebbe aiutarci a capire ciò che potrà accadere quest’anno, da tenere presente che ad un certo punto la Ferrari non sviluppò più la vettura  concentrandosi sul 2017 e che durante il corso dell’anno (tranne qualche caso…) spesso il gap tra i team rivali si è attestato tra i 7 decimi e il secondo abbondante. Le qualifiche sono importantissime ai fini del risultato finale e i Tedeschi hanno dato prova di essere quasi imbattibili nella Q3, da notare come lo stesso Hamilton abbia realizzato 36 delle sue pole position su 71 gare dell’era ibrida, senza contare quelle ottenute da Rosberg; di fatto la Mercedes sembra inarrivabile su questo tipo di prestazione; tuttavia la Ferrari potrebbe sorprendere con una nuova power unit e soprattutto essere più attaccata possibile in termini cronometrici, questo potrebbe mettere sotto pressione i rivali e far commettere loro qualche errore. Da rimarcare, visti anche i risultati dei motori Renault e Honda, quanto sia stato difficile avvicinare la PU Tedesca e va dato merito agli Uomini di Maranello di essere in corsa per il mondiale contro una vera corazzata.

SINGAPORE (lunghezza km 5,065) la Ferrari era a circa 1 sec. dai rivali ma la Rossa dello scorso anno era vettura ben diversa da quella odierna.

MALESIA (lunghezza km 5,543) la distanza tra la Rossa e la Mercedes fu di circa 7 decimi.

GIAPPONE (lunghezza km 5,807) nella terza sessione di qualifiche la differenza tra le due vetture è stata di circa 3 decimi sempre a favore delle frecce d’argento.

USA (lunghezza km 5,513) invece la Mercedes staccò la Ferrari di oltre 1 sec.  c’è da dire che questa pista sembra molto favorevole alla Mercedes.

MESSICO (lunghezza km 4,304) il GAP fu di circa 6 decimi, notevole se pensiamo che questa pista è molto corta.

BRASILE (lunghezza km 4,309) la distanza nella Q3 fu di 7 decimi, distanza simile al Messico e simile gap nelle qualifiche.

ABU DHABI (lunghezza km 5,554) nel circuito di Yas Marina la Ferrari pagò nei confronti della Mercedes un gap di circa 9 decimi.

In definitiva nel 2016 la distanza tra le due scuderie era di anni luce mentre nel 2017 la Rossa in qualche occasione se la è giocata alla pari nelle qualifiche; con forza e determinazione questo campionato potrebbe regalare delle gioie impreviste alla Rossa e magari distribuire i titoli in palio a due diversi contendenti.

Marco Asfalto

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