Per vincere nella Formula Uno moderna ci vuole la macchina migliore, anche una volta era così benché le capacità di un Pilota potevano sopperire a qualche mancanza della vettura, diciamo che qualche decimo un Driver poteva ‘averlo in tasca’ e quindi poter lottare anche con chi era superiore. Alonso è sicuramente nell’elenco dei Top-Driver della nostra epoca, tuttavia sembra non aver raccolto quanto il suo potenziale gli avrebbe permesso di fare; i motivi sono tanti e si potrebbero riassumere nel tempismo che gli è mancato, perché per vincere bisogna essere al posto giusto nel momento giusto; poi c’è il suo carattere, non è di sicuro un tipo facile, ha la tendenza a rendersi antipatico per il solo fatto che dice quello che pensa e in un mondo ipocrita e politically-correct come è la F1 il suo atteggiamento è spesso sopra le righe, non è facile da gestire un Pilota che alla radio fa notare gli errori della Squadra, o che si lamenta della vettura in modo aperto e sincero come fece in Ferrari anni addietro; però il tempo è galantuomo ed oggi possiamo notare come tante sue ‘uscite’ mediatiche abbiano poi avuto una conferma se guardiamo ai risultati della Rossa ed ai tipi di problemi di cui soffre. E’ un tipo particolare Alonso, polemico, estroverso, critico, antipatico, ma veloce, dannatamente veloce, e lo è ancora oggi a 35 anni suonati nonostante sia alla guida di una macchina che ha tanti problemi; proprio in questi giorni ha dichiarato che vuole essere il Valentino Rossi della F1 e quindi continuare non solo a correre ma a lottare per il Mondiale; ci crede lo Spagnolo e in fondo non vedo perché non dovremmo dargli fiducia; da un punto di vista atletico un trentenne è uguale ad un ventenne, la differenza la può fare la capacità di recupero, ma lui non deve correre la maratona, appare in forma e non credo abbia mai ceduto più di tanto alle lusinghe della cucina, si allena in bicicletta per ore ed anche in palestra, ma quello che più conta, e che può fare la differenza, è la motivazione, senza la quale non si può raggiungere nessun risultato e lo Spagnolo, a giudicare dalla rabbia che ancora mette al volante, sembra ancora molto affamato. Poi c’è quella parte dello spirito che un Uomo coltiva durante la vita e che può portare il livello di disciplina e tenacia ancora più in alto e mi riferisco al ‘Fernando Samurai’ tante volte ha citato i passi del Bushido e se ne ha fatto uno stile di vita è diventato come la lama della sua Katana, semplicemente letale, qualcosa che altri Uomini e Piloti non riuscirebbero neppure a capire, coltivare lo spirito è altrettanto importante che allenare il corpo e la forma mentale si raggiunge con la concentrazione e con la disciplina. Ad Alonso però, serve qualcosa che non ha, una vettura che possa essere anche a 2-3 decimi dal vertice, il resto lo farà lui, come aveva dichiarato quando era in Ferrari, la McLaren dovrebbe portare dei nuovi sviluppi e la Honda fare un salto di qualità a livello di potenza, ma non sarà facile poter lottare per il titolo nel 2017 e nel 2018, la F1 non è come salire su un Tatami e combattere contro l’avversario con la spada o a mani nude; l’automobilismo è un lavoro di Squadra benché al volante ci si metta un solo Uomo, forse è proprio questo che Alonso ha finalmente capito…

Marco Asfalto

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