Ventuno gare in otto mesi: ecco cosa emerge ad un primo sguardo dal calendario del prossimo Campionato del Mondo di Formula Uno.
Otto mesi in cui i team dovranno accollarsi costi e fatiche di un immenso “tour de force”, fatto di pochissime pause (la maggiore sarà di 20 giorni circa ad Agosto) e di un Luglio serratissimo, con ben 4 gare in un mese.
Due le novità rispetto allo scorso anno: il “rientro” del Gran Premio di Germania (in programma il 31 Luglio sul circuito di Hockenheim), e la “prima” assoluta del nuovo circuito di Baku, capitale del ricco Paese “petroliere” dell’Azerbaijan, che ospiterà il GP d’Europa il 19 Giugno.
E questo nuovo circuito sta già facendo discutere per via delle sue caratteristiche peculiari, quasi “contraddittorie”: ad una “porzione” (lunga 2,2Km, più di Monza) velocissima, contraddistinta da lunghi rettifili, ne fa da contraltare un’altra (di 3,8Km) costituita perlopiù da curve di raccordo a 90°, con la “ciliegina sulla torta” di un passaggio-strettoia tra le curve 8, 9 e 10, dislocate all’interno del centro storico della cittadina azera.
Un cittadino “atipico” quindi, che obbligherà i team a decisi compromessi nella ricerca dell’assetto ottimale, in funzione sia dell’ “ideal lap” che delle scelte strategiche da adottare in gara.
Per quanto riguarda dirette tv ed orari, notiamo due elementi in primis: Sky detiene i diritti d’esclusiva per 11 gare (ben 4 tra le prime 6), con la gara d’apertura ad appannaggio della sola tv di Murdoch.
La Rai coprirà i rimanenti 11 appuntamenti in diretta (le altre gare andranno in differita): la “speranza” degli appassionati è che proprio queste ultime non vengano mandate in onda “monche” o ad orari “assurdi”, con l’augurio che l’emittente di Stato possa investire sul “prodotto F1 in chiaro”, in termini di cura dei dettagli, un impegno maggiore rispetto a quello, a volte lacunoso, dello scorso anno.
Per quanto riguarda l’elemento orari, la FIA ha deciso, insieme a team ed organizzatori locali, di anticipare di un’ora l’inizio delle gare più a rischio di conclusione sotto la scarsa visibilità delle luci del tramonto (Australia, Cina, Giappone, ed in minor misura Malesia): scelta assolutamente giusta in chiave sicurezza, anche nell’eventualità di possibili posticipi causati dalla pioggia, memori di ciò che accadde in Giappone nello sfortunatissimo episodio in cui perse la vita Jules Bianchi, dove, forse, anche la scarsa visibilità (data dalla luminosità assolutamente insufficiente e dalla pioggia incessante) contribuì alle dinamiche di quella triste tragedia.

di Giuseppe Saba

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