La Ferrari si riprende la vetta della performance tecnica in F1, cogliendo un perentorio successo in Canada e controllando a debita distanza Mercedes e Red Bull.
Vettel ritrova la vetta della Classifica piloti (Hamilton solo 5°).

Vettel a quota 50 successi in F1, nel segno del mito di Gilles Villeneuve, proprio in casa del compianto pilota della Ferrari.
Ferrari che s’è dimostrata essere la vettura più veloce e costante in pista.
Merito degli aggiornamenti tecnici portati qui in Canada: fondo, barge board, e dettagli del diffusore evoluti, e soprattutto la seconda “versione” stagionale della Power Unit (per il solo Vettel).

Una P.U. sviluppata, più che all’insegna della spasmodica ricerca d’ulteriori “cavallini” (che comunque sono arrivati), con l’intento d’aumentarne l’efficienza (leggasi limitare il fuel saving durante la gara, soprattutto su un circuito così demandante da questo punto di vista come quello canadese), in modo da poterne utilizzare tutto il potenziale e più a lungo durante la gara.

Il tutto adottando una testata evoluta (e non solo “alleggerita” come dichiarato da altri) per ottimizzare la combustione del motore endotermico, andando di conseguenza anche a “efficientare” ulteriormente il rendimento della parte elettrica della pu.

Il guadagno rispetto alla precedente versione è stato importante, e s’è mostrato ancor più palesemente in gara.
Basta fare il paragone con la prestazione del team mate Raikkonen (al netto della sua “scarsa vena” odierna, solo 6° al traguardo), costretto dopo il pit stop a “risparmiare carburante” fino a 3/4 di gara.

Cosa che ha dovuto fare anche la Mercedes di Bottas (seconda al traguardo), che ha controllato con un po’ di preoccupazione il ritorno della Red Bull di Verstappen (che in gara, complici le temperature più alte, non ha mostrato una gestione gomme così efficiente come nelle precedenti gare e paragonabile a quella Ferrari odierna).

Mercedes che è stata la vera “delusa” del weekend.
Attesa nel portare importanti aggiornamenti alla W09, non solo non ha mostrato che modifiche di dettaglio (barge board e diffusore), ma ha anche dovuto rinunciare, a causa di problemi d’affidabilità mostrati al banco prova, alla pu Mercedes evoluta.
Il che ha costretto Hamilton, più di Bottas, a “correre in difesa”, ottenendo un 5° posto finale senza poter mai riuscire a impensierire davvero Ricciardo e la sua Red Bull (4° all’arrivo dietro al compagno Verstappen, che oggi ha corso “usando la testa”, soprattutto in partenza).

Red Bull che ha beneficiato di una Power Unit Renault evoluta (con potenza accresciuta soprattutto nella modalità “da qualifica”) di cui, però, Ricciardo non ha potuto fruire appieno causa dubbi d’affidabilità sulla sua MGU-K “salvata in extremis” dopo i problemi a Monaco.
E Red Bull, ma soprattutto Mercedes, saranno chiamate, nel prossimo appuntamento francese del Paul Ricard, a dare risposte a questa “supremazia velocistica” Ferrari.

Tracciato dove Pirelli porterà nuovamente in pista quegli pneumatici a battistrada “ribassato” che in Spagna diedero una grossa (e criticata) “mano” alle performance Mercedes.
E Pirelli sembra un po’ nel “centro del mirino”, con gomme che, nonostante il loro maggior grado di morbidezza rispetto a quelle 2017 (e qui erano pure disponibili le mescole più tenere del lotto), ci stanno dando gare con strategie obbligate a una sola sosta.
Segno che forse qualcosa non è andato perfettamente secondo i piani della Casa della Bicocca.

Per concludere una questione relativa al mercato piloti (con la “silly season” oramai alle porte): siamo davvero sicuri che Ferrari debba andare a cercare all’esterno il sostituto (probabile) di Kimi Raikkonen per il 2019, avendo in casa un talento cristallino e “in crescita” come quello di Charles Leclerc (oggi ottimamente a punti con una Sauber-Alfa Romeo in crescita)?
Avremo presto occasione per parlarne ancora…

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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