Il Bahrain è stata la cartina di tornasole del valore della SF71-H. Con un capolavoro tecnico e strategico Vettel fa 2 su 2 e conferma che la Rossa è competitiva sullo stesso livello delle Mercedes.

La Ferrari in difficoltà. La Ferrari terza forza.
Queste le parole che tanti, anche molto “accreditati”, recitavano dopo i test invernali, con tanto di distacchi “misurati con cronometro e righello”, con assoluta e matematica certezza.

Noi di NewsF1.it, che siamo (magari sbagliando) più “pragmatici”, non abbiamo mai creduto a queste “inesorabili certezze”, e abbiamo cercato, con serietà e onestà, d’analizzare e leggere i dati in maniera corretta.

La Ferrari ci era “sembrata lì”, e oggi Sebastian Vettel e la SF71-H hanno artigliato la seconda vittoria di fila in questo Mondiale F1 2018, confermando quelle impressioni.
Stavolta senza la sorte ad agevolarla (anzi, con un imprevisto, come quello del problema al pit stop di Raikkonen, in cui un meccanico è stato investito – frattura di tibia e perone, i nostri pensieri ed auguri di una pronta guarigione vanno tutti a lui, forza Francesco! – a seguito d’un problema di sblocco della ruota posteriore sinistra), ma contando solo sulle sue forze.

E la forza dimostrata dalla Rossa e dal suo “fantino” Sebastian Vettel (assolutamente un weekend perfetto il suo), in questo weekend tra le dune del Bahrain, è stata notevole.

Tanti i punti di forza, all’occhio balzano subito la sopraffina gestione gomme (arrivare a fine gara con le Pirelli Yellow Soft “vecchie” di ben 39 giri, resistendo agli attacchi della Mercedes di Bottas su White Medium ben più fresche e durevoli sa di miracoloso) e la prestazione della Power Unit 062 Evo, mostrata non solo in gara (oltre al sorpasso di Vettel su Hamilton notare le ottime prestazioni velocistiche di tutti i motorizzati Ferrari rispetto ai rispettivi avversari), ma anche in qualifica (sembra essersi assottigliato il margine in “party mode” della p.u. Mercedes, magari dovuto ad un consumo olio  in qualifica “maggiormente monitorato” da parte della FIA, dopo l’exploit della Stella d’Argento in Australia. E probabilmente le “fumate” all’accensione del Ferrari sono segno che anche a Maranello hanno capito come sfruttare meglio questo elemento).

Oltre a questo, l’incessante lavoro dei tecnici di Maranello nel colmare i punti deboli della monoposto ha portato i suoi frutti, con una vettura che ha notevolmente migliorato rispetto alla prima gara australiana l’inserimento in curva deficitario (basti comparare i camera-car) e il balance aerodinamico del posteriore (e già in Cina è attesa un’evoluzione di fondo e diffusore), con una vettura stabilissima nonostante il concetto low drag (cosa che aiuta moltissimo sia nei rettifili che col consumo carburante, messo a dura prova sul circuito di Sakir.

Mercedes ha qui accusato il colpo. Molto performante con le gomme a mescola più dura (il passo con le Medium era rapidissimo), la W09 ha mostrato di non riuscire ad impiegare al meglio quelle più tenere (da Soft a SuperSoft, il cui delta prestazionale era qui pari a circa 6 decimi, il guadagno Mercedes era appena d’un paio di decimi), a causa anche d’un asfalto tra i più abrasivi (anche nei test a Barcellona, con temperature ben più basse, la monoposto della Stella mostrava un blistering preoccupante).

Pirelli ha dichiarato che per abbassare le temperature delle gomme su queste tipologie di pista, porterà a Barcellona, Silverstone e Paul Ricard pneumatici con battistrada più sottile di 0,4 mm, scatenando le perplessità dei rivali Mercedes, in quanto affermano (ma Mario Isola, responsabile Pirelli, ha negato seccamente) come la modifica vada ad intervenire su una debolezza specifica della W09 e non a risolvere un problema diffuso. Staremo a vedere.

Nella gara per le posizioni extra-podio prestazione incredibile della Toro Rosso Honda, che con Gasly artiglia un 4° posto (dopo il 5° in qualifica) davanti ad avversari, come Haas, Renault e McLaren, con ben altra “cavalleria”. Segno che la p.u. nipponica finalmente “cresce” e si integra bene col telaio “made in Faenza”.
Andrà però valutata la possibilità che Honda abbia raggiunto questo risultato abbassando la vita utile della propria Power Unit (3 a stagione prima d’incorrere in penalità).

Manca dalla classifica, sorprendentemente, la Red Bull.
Nonostante un buon ritmo gara mostrato da Ricciardo nelle libere, un problema elettrico al giro 2 ha costretto l’australiano a parcheggiare la sua RB14 lato pista, mentre le “irruenze” di Verstappen (sovrasterzo, a suo dire, causato da un problema d’erogazione in qualifica, con annesso “bacio” alle barriere, e una toccata con Hamilton in un sorpasso forse troppo “forzato” nei primi giri, con foratura e, forse, danneggiamento della trasmissione) hanno portato anche l’altra monoposto a un pesante “zero” in tabella.

Sette giorni e sarà già pista, con, come accennato precedentemente, novità tecniche Ferrari e una risposta, probabilmente “veemente”, della Mercedes, su un circuito, come quello di Cina, già “amico” in passato.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto