In Russia la Mercedes fa un passo decisivo verso i due titoli, mettendo però in scena una pagina triste per la F1, peggiore di quella Ferrari 2002 in Austria.
Il Cavallino però sembra ormai arrancare, in termini prestazionali, rispetto ai rivali della Stella d’Argento.

Hamilton è talmente forte che non ha sicuramente bisogno di simili aiuti da parte di team e compagno di squadra, oramai relegato e “frustrato” al ruolo di maggiordomo.
Ma la Mercedes, nelle decisioni del Team Principal Toto Wolff è talmente “determinata” (per usare un eufemismo…) che non ha esitato un secondo a mettere in atto il loro piano.

Lecito, perché i regolamenti lo consentono. Ma quello meno lecito, a livello sportivo e ai limiti del regolamento, è il rallentamento deliberato d’un avversario, come accaduto nei confronti della Ferrari di Vettel al momento del pit-stop di Hamilton.

Morale della favola, Mercedes è sempre più vicina alla conquista dei 2 titoli iridati per il quinto anno consecutivo.

Anche perché la Ferrari, da Monza in poi, ha mostrato preoccupanti segni di involuzione. E nonostante siano state parecchie e interessanti le novità sulla SF71-H portate in pista (come la nuova ala anteriore vista qui a Sochi).

Sicuramente balza subito all’occhio il grande progresso nella gestione gomme fatto da Mercedes nelle ultime 2 gare, sia in termini di sfruttamento in chiave prestazionale che di durata, arrivando ad essere oramai migliore di quello Ferrari.

Bisogna capire come ciò sia avvenuto. Grazie alle strategie d’utilizzo delle termocoperte (non utilizzate o poco per le gomme posteriori), ai cerchioni di nuovo disegno e ai cestelli freni, utili  a smaltire il calore in eccesso, o al sistema sospensivo evoluto “figlio” di quello fatto bandire da Simone Resta a inizio 2017 e ora “rientrato dalla finestra” causa regolamenti cambiati?

Dato che le gomme “dovrebbero” (come afferma Pirelli) essere sempre le medesime da inizio anno, è probabile che Ferrari sia rimasta indietro proprio nello sviluppo del sistema sospensivo (che visivamente, a livello di cinematismi interni, sembra il medesimo del 2017).

Vietati i bracket ad altezza variabile durante l’inverno (chi di lettera di chiarimenti ferisce…), a Maranello sembrano essere rimasti spiazzati sotto quest’aspetto, e Mercedes (ma anche Red Bull), sistemati i guai avuti fino a Spa con le gomme, sembra aver trovato un vantaggio importante (e il comportamento dinamico della Ferrari nel terzo settore di pista pare testimoniarlo. Preoccupante per gli uomini in Rosso vederla su tre ruote nel trasferimento di carico durante le curve a 90°).

Anche la Power Unit Ferrari è sembrata qui in svantaggio netto rispetto a quella del Costruttore tedesco.
Dopo il suo pit, Hamilton ha infatti potuto rispondere con disarmante facilità a Vettel, riprendendosi in pista la posizione persa ai box, mentre il tedesco della Ferrari, pur usufruendo del DRS, non riusciva minimamente ad abbozzare il sorpasso su Bottas (anche se, va detto, qui la Ferrari aveva un assetto alare ben più carico, “quasi” più da Monaco che da Sochi. Segno che ci sono dei problemi di car balance, emersi forse a seguito dei nuovi aggiornamenti montati).

Sembrano invertiti i ruoli rispetto alla passata gara d’Agosto a Spa…
In Mercedes dissero che all’introduzione della Spec 3 della propria PU avrebbero fatto salire il livello di potenza in fasi progressive, a seguito di riscontri d’affidabilità positivi dalle sperimentazioni al banco.
E questo stiamo attualmente vedendo in pista, mentre Ferrari sembra aver già raggiunto il top prestazionale in termini motoristici.

Prossima gara sul fantastico circuito di Suzuka, pista da curvoni guidati simile a Silverstone, dove Ferrari vinse “a casa loro”.
Ma stavolta “l’impresa” sembra ben più ardua per la Rossa…

Per chiudere, una menzione speciale a Max Verstappen. Il giovane neoventunenne della Red Bull sta mostrando una crescita “di testa” importante, unendo consistenza alle sue ottime doti velocistiche (nonostante una monoposto che non può ritenersi certo all’altezza della lotta per il successo).
Vediamo come andrà il “matrimonio” Red Bull-Honda, ma al sottoscritto non dispiacerebbe affatto in futuro vedere l’olandese “di rosso vestito”…

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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