Può un battistrada più sottile di 0,4 mm modificare i rapporti di forza tra le monoposto di F1?
Pirelli dice di no, ma i fatti del Gp di Spagna dicono esattamente l’opposto…

0,4 mm di battistrada degli pneumatici, e una Ferrari che da prima forza in pista, 14 giorni e una gara dopo, diventa seconda/terza, al netto delle tipologie di circuiti differenti.

Nonostante importanti evoluzioni aerodinamiche e meccaniche (come testimoniato dalla scelta del team, tutte funzionanti) per Ferrari (e Red Bull, anch’essa qui meno in palla che in precedenza), contro le poche, e molto minimali, di Mercedes.

A fare da spartiacque la scelta Pirelli di portare qui gomme modificate.
Gomme che verranno portate anche a Silverstone e al Paul Ricard.
Gomme che, nonostante le rassicurazioni per bocca del responsabile Pirelli Mario Isola, hanno mostrato un cambiamento nei valori in campo francamente importante.
Ferrari e Red Bull nulla hanno potuto contro il “miracolosamente ritrovato” strapotere delle Frecce d’Argento.
Soprattutto Ferrari è stata pesantemente penalizzata: Vettel si è ritrovato a dover fare un ulteriore pit stop per poter riuscire a concludere la gara senza problemi.

A cosa è dovuto tutto ciò?
Il motivo sta tutto nelle parole Pirelli: con queste nuove gomme si è andati a modificare il working range delle gomme di 7-10°.

Working range Pirelli 2018 “standard” (pre-modifiche). Fonte: Pirelli

E questo ha permesso a Mercedes di “entrare” nella finestra d’utilizzo quando, in precedenza, mostrava (e lamentava con Pirelli e Fia) pesanti problemi di blistering, mentre soprattutto Ferrari s’è ritrovata dall’essere la “migliore nell’utilizzo gomme”(o seconda solo a Red Bull)  a non “riuscire più a entrare nella finestra” di temperatura d’utilizzo (problema lamentato anche da Red Bull, ma lì pende l’incognita del comportamento della RB14, che man mano che “scarica” carburante trova velocità. Cosa probabilmente dovuta alla particolare sospensione della monoposto di Newey).

Scelta del cambio gomme pesantemente criticata dalle parole del team principal del Cavallino Maurizio Arrivabene («in merito al cambiamento Ferrari è stata “informata”, non “consultata”». Cosa che smentisce le parole di Pirelli/Isola e Mercedes/Toto Wolff) e da quelle di Sebastian Vettel («le gomme sono cambiate. Con meno battistrada sono più rigide e, sulla nostra vettura, non entrano in temperatura»).

Scelta voluta da Pirelli adducendo “motivi di sicurezza” legati al blistering (grazie al quale non hanno avuto bisogno d’avere il parere unanime dei team per la modifica).
Blistering che, fino ad ora, nelle precedenti gare mai s’era mostrato.
Così come le “fantomatiche” strategie gara a più soste paventate dal “gommista della P lunga” (gare fin qui costantemente a 1 sosta), che sarebbero dovute essere favorite da mescole d’un grado più “tenere” rispetto a quelle 2017.

E’ francamente difficile analizzare lucidamente, pure ad ore dal termine della gara, un simile “ribaltone” (lo approfondirà sicuramente con assoluta perizia il “collega” Marco Asfalto nella sua abituale Race Analysis), ma è un qualcosa che a voi lettori, così come alla mia profonda passione per il Motorsport, è dovuta.

Perché cambiare le gomme in corsa sconvolgendo, di fatto, i valori in campo?
Perché di questi “cambi in corsa”, come nell’ “oil gate” del 2017, ad approfittarne è sempre la Mercedes?
E Ferrari in tutto questo perché non reagisce con ferma veemenza?

Anche il caso specchietti Ferrari è emblematico: ritenuti “legali” e autorizzati dalla Fia prima del Gp e alle verifiche del giovedì, sono stati ritenuti “non conformi” al sabato, costringendo gli uomini del Cavallino a doverli modificare per Monaco.
Solo dopo le rimostranze degli altri team? E con gli stessi giudicanti che prima li avevano ritenuti “legali”?

In merito al cambio pneumatici, sarebbe forse stato corretto consentire ai team di testarli prima per valutare l’effettiva necessità della loro adozione ? (si potevano anticipare i test di settimana prossima sulla stessa pista del Montmelò)

Domande che genereranno accesi dibattiti nei prossimi giorni tra team, Pirelli e Federazione.
E non ci rimane che capire quale sarà la reazione dei vertici Ferrari.
In attesa di eventuali repliche Pirelli.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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