Il mancato gioco di squadra e l’errore marchiano di Vettel fanno diventare Monza un incubo per Ferrari.
Hamilton e Mercedes vincono con un pesante gioco di squadra (Bottas utilizzato deliberatamente per rallentare Raikkonen) al limite dell’antisportivo, ma il Mondiale prende sempre più la strada di Brixworth-Brackley.

Doveva essere la gara della riscossa Ferrari, si è invece trasformata in una disfatta forse decisiva per i sogni iridati, con l’aggravante di trovarsi proprio nella gara di casa.

Il verdetto di questo Gp d’Italia di Monza s’è palesato amaramente per i ferraristi già al primo giro.
Gli errori infatti hanno messo al muro la Scuderia: Raikkonen e Vettel non partono cercando in primis di controllare la Mercedes di Hamilton, andando ad ostacolarsi a vicenda, mentre in seconda Variante è Vettel a non coprire l’esterno sull’inglese della Mercedes, bravo ad affondare la staccata sorprendendo il tedesco, che irrimediabilmente lo tocca girandosi in testacoda e danneggiando la vettura.

Gara di Vettel compromessa, rimane solo Kimi a difendere i colori del team di Maranello.
Ma un problemi sulla durata delle gomme Soft (a causa forse di un pit troppo anticipato, 7 giri prima di quello di Hamilton), probabilmente dovuto sia ad un assetto incentrato soprattutto sulla qualifica a scapito della durata (dopo un venerdì di libere condizionato dalla pioggia), oltre che allo smaccato (e al limite dell’antisportivo) gioco di squadra Mercedes, con Bottas utilizzato dal team esclusivamente per rallentare e far rovinare in “aria sporca” le gomme della Ferrari, ha aperto le porte al clamoroso, viste le aspettative, successo di Hamilton.

Un successo controverso comunque: meritato dal pilota per le ottime manovre su Vettel prima e Raikkonen poi (con gomme del finnico però pesantemente compromesse dal blistering), rovinato, invece, dall’atteggiamento della squadra.
Discutibile quando costringe un pilota, negando il tutto nonostante i lapalissiani team radio, a rovinare la gara d’un avversario (ma Bottas come può avere la dignità d’accettare tutto questo?).
Addirittura arrogante quando, sempre via radio (“diamo una dimostrazione ai colleghi italiani…”) chiedono al suddetto pilota l’arrivo in parata, un vero smacco al fair play.

Il mondiale per Ferrari, se non metterà in pratica degli ordini di scuderia “precisi”, rischia di rimanere così una chimera.

Da un punto di vista tecnico, oltre al discorso blistering precedentemente analizzato, interessante valutare, finalmente sull’asciutto, le prestazioni delle Power Unit.

Come affermato anche da Nico Rosberg, conoscitore de rumors del paddock, abbiamo visto come la P.U. Ferrari sfrutti l’energia generata dall’MGU-H per “aiutare” l’uscita curva e la trazione, guadagnando parecchio sui rivali anglo-teutonici.
Rivali che invece sembrano guadagnare da metà rettifilo in poi, indice di come al massimo dei giri riescano ad esprimere una maggior velocità (come mostrava il T1 della pista di Monza, segnato dal lungo rettifilo e dalle due staccate delle varianti).

Ora si attende la nuova sfida di Singapore, pista favorevole a Ferrari, attesa ad un pronto riscatto per tenere in vita un mondiale difficile.
Ma favorevole anche a Red Bull, che potrebbe fare da “giudice” nella lotta di vertice.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

Foto Cover Andrea Bonora

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