A pochissimi giorni dalla presentazione si inseguono le voci sulla nuova Freccia d’Argento, una riguarda un possibile ritorno alla sospensione posteriore push-rod.
Sarà un’ipotesi realistica e veritiera o solamente una congettura?
Proviamo ad analizzarne alcuni aspetti.

Dal 2009, con l’impiego da parte di Adrian Newey sulla RB5, la sospensione posteriore “a tirante” (o pull-rod) è stata una “costante” sulle monoposto di F1.

Introdotte principalmente per ragioni aerodinamiche (liberare la zona del fondo vettura davanti alle ruote posteriori, elemento che si sposava alla perfezione con il sistema degli “scarichi soffianti”), con l’abolizione dei blown diffusers sembrava che questo concetto non avrebbe più avuto dei preponderanti vantaggi sul sistema sospensivo “a puntone” (push-rod).

Infatti, in linea teorica, non dovrebbero esserci, da un punto di vista meccanico, differenze di comportamento dinamico enormi tra i due sistemi (con, però, un vantaggio della soluzione pull nell’abbassamento del centro di gravità, a scapito di una maggior difficoltà di settaggio).
Ma nella pratica, per i motivi sopra elencati, il push posteriore è letteralmente sparito dai “radar” della F1.

Ma qualcosa potrebbe cambiare a breve.
Alcune foto estrapolate da un video Mercedes hanno alimentato le voci, da parte di alcuni addetti ai lavori, di un possibile ritorno del team campione del mondo in carica alla soluzione “a puntone” al posteriore.
Saranno supposizioni realistiche? Sarebbe motivato l’abbandono di una soluzione collaudata e affinata negli anni per la ricerca d’un vantaggio prestazionale in un “territorio” attualmente ignoto?
Tentiamo di valutare insieme gli eventuali vantaggi di quest’ipotesi.

La geometria della sospensione posteriore è un elemento chiave nello sfruttamento ottimale degli pneumatici,  e il pull-rod è sembrato il “partner ideale” degli pneumatici Pirelli, riuscendo a fornire al pneumatico la giusta “energia” per raggiungere l’adeguata “finestra d’utilizzo” termica.

Mercedes era sempre stata al top sotto quest’aspetto, almeno fino ad inizio 2017.
Col passaggio alle nuove “gomme XL” e alle nuove costruzioni e mescole, il team con base a Brackley ha incontrato non poche difficoltà con lo sfruttamento delle posteriori, che si surriscaldavano (e usuravano termicamente) in maniera più repentina rispetto a quelle della rivale Ferrari.

Solo dopo metà stagione le Frecce d’Argento sembravano aver trovato la giusta “quadra” di una “diva bizzosa” come la W08, ma queste traversìe potrebbero aver portato a una ridefinizione dei concetti di base per l’imminente W09.

Riguardando al passato, e in particolare alle monoposto concepite ai tempi della Ferrari dall’attuale responsabile Progetto e Sviluppo Mercedes, Aldo Costa, potevamo osservare come quelle monoposto del Cavallino, contraddistinte dal push-rod posteriore, fossero sì scarsamente efficaci nel portare in temperatura gli pneumatici, ma anche quanto fossero “gentili” con questi in termini d’usura generale.

E quest’anno, con una Pirelli che ha ammorbidito i suoi set di compound pneumatici di uno step rispetto alle stesse specifiche 2017, il ritorno allo schema sospensivo posteriore “a puntone” potrebbe ovviare ai problemi palesati da Mercedes nella scorsa stagione (almeno da un punto di vista meccanico).

Ovviamente qui si è solo cercato di fornire delle ipotesi analitiche ad una soluzione che potrebbe confermarsi solo come un’illazione, ma stimolare il dibattito tecnico anche tra i nostri lettori è una delle mission per cui è nato NewsF1.it .

Per cui, fino a quando giovedì 22 Febbraio (poche ore prima della nuova Ferrari), gli uomini Mercedes non “toglieranno i veli” alla loro nuova creazione, non avremo certezze su quale soluzione verrà effettivamente impiegata, ma avremo comunque potuto avere una panoramica tecnica più completa sulle motivazioni dell’adozione di un sistema in luogo dell’altro.

Non ci resta quindi che aspettare insieme.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

 

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