Nel fine settimana più atteso dal popolo ferrarista, Lewis Hamilton sfodera una prestazione sensazionale, vincendo il Gran Premio d’Italia per la quinta volta in carriera, precedendo la Ferrari di Kimi Raikkonen e il compagno di squadra Bottas.

Solamente quarto Sebastian Vettel, che ancora una volta non gestisce nel migliore dei modi la partenza, costretto ad una grande rimonta dopo essersi ritrovato in ultima posizione a causa di un contatto alla “Roggia” con Hamilton. L’inglese può così allungare in classifica piloti, portando il suo vantaggio a 30 lunghezze, così come la Mercedes, avanti sulla casa italiana di 25 punti. Buona parte della gara si decide alla partenza, con entrambe le Ferrari al comando dopo la prima variante, ma con Hamilton abile a sfruttare la scia della SF71H di Vettel in “Curva Grande” e a superarlo in staccata alla “Roggia”, sorprendendo il tedesco all’esterno, quest’ultimo più interessato a sopravanzare il compagno di squadra che a difendersi dal pilota inglese.

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Comincia così per Hamilton tutta un’altra gara, con il rivale numero uno per la lotta al titolo lontano in ultima posizione e la vittoria a portata di mano. Nonostante il distacco sia sempre stato nell’ordine del secondo, il quattro volte campione del mondo non sferra mai l’attacco decisivo, consapevole del fatto che rischiare il sorpasso avrebbe avuto poco senso e che una buona fetta di vittoria se la sarebbe giocata durante la fase di pit-stop. Infatti la Ferrari, per evitare l’under-cut, richiama molto presto il pilota finlandese per la sua unica sosta, lasciando così strada libera al pilota inglese per spingere, il quale, a causa, però, delle gomme molto usurate, non riusciva a creare il giusto gap per stare davanti alla Ferrari numero 7.

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Ed è in questo contesto che la Mercedes adotta una vera e propria strategia di squadra, utilizzando Bottas come “tappo” per rallentare la gara di Raikkonen e permettere ad Hamilton di colmare nel minor tempo possibile il suo distacco con il leader della gara. Inoltre, l’effetto indiretto è quello di surriscaldare maggiormente gli pneumatici della SF71H numero 7, che in effetti dopo una decina di giri soffrivano già di un accentuatissimo blistering sulle ruote posteriori. In queste condizioni, per Raikkonen era quasi impossibile gestire la sua monoposto e a pochi giri dal termine Hamilton conquista agevolmente la vetta, che manterrà senza problemi fino alla fine.

La Mercedes ed Hamilton conquistano così una grandissima vittoria, ma è anche vero che quest’oggi la scuderia tedesca non si è distinta per sportività e lealtà, ordinando chiaramente a Bottas via radio di rimanere in pista per rallentare Raikkonen, atteggiamento rimarcato successivamente dallo stesso pilota finlandese durante le interviste. Nessuno vieta alle scuderie di fare uso di “team order” per vincere una gara o, a maggior ragione, un titolo mondiale, ma è anche vero che farlo in maniera così esplicita danneggia non poco non solo l’orgoglio di un pilota, per natura portato a spingere sempre al massimo per vincere, ma anche l’immagine dell’intero sport, con gare che rischiano di andare sempre di più nelle mani di tecnici ed ingegneri seduti al muretto che in quelle dei piloti. Discorso che strida se parliamo di Mercedes e Hamilton, scuderia e pilota che stanno dominando da anni e che proprio per questo dovrebbero ricorrere meno a questi sotterfugi per vincere le gare. Probabilmente il gap tecnico tra la W09 e la SF71H è abbastanza accentuato che in casa tedesca si pensi di colmarlo in questo modo. L’unica certezza è che a questo punto della stagione per vincere non bisogna fare troppi calcoli, con la Ferrari chiamata a rispondere sin dal prossimo Gran Premio e con Vettel a resettare immediatamente e a ripartire, consapevole che ha tra le mani la monoposto migliore.

Francesco Saverio Falco

Foto  Andrea Bonora

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