C’era grande attesa per l’esordio in F1 in questi test prestagionali di Barcellona, dei giovani virgulti del volante. Chi arrivato accompagnato da una valigia piena di soldi, ma anche di altrettanti allori e speranze, come il diciottenne canadese Lance Stroll accasatosi in Williams grazie ai buoni uffici del padre e alle vittorie ottenute nelle categorie minori. E il caso ha voluto (meglio, il ritiro di Rosberg e la relativa chiamata per Bottas in Mercedes al suo posto) che come compagno di squadra nel team di Grove il nordamericano si trovasse quel “vecchietto” di Felipe Massa che aveva appena salutato la compagnia ritirandosi dalle competizioni. Una squadra, quella di Sir Frank Williams, che potrà contare con l’esperienza del carioca e la voglia di mettersi in mostra, l’abilità e freschezza di Stroll. Per rilanciare una squadra in crisi economica e di prestazioni, cui beneficerà sicuramente il prossimo insediamento di Paddy Lowe, reduce dai successi in Mercedes, giunto a sostituire Pat Simmonds.

Ma l’incipit della nuova esperienza in F1 per Lance è stato parecchio complicato; ieri primo giorno al volante della Williams, pochi giri e un’uscita di pista che ha provocato danni all’ala anteriore della sua vettura che ha potuto tuttavia riportare ai box. Dove i meccanici si sono resi conto di non avere i pezzi da sostituire! Quindi giornata ingloriosamente finita lì. E una figuraccia da parte di una scuderia di rango…

Stamani Stroll

si è ripresentato al volante della Williams dopo che da oltre Manica sono arrivati i ricambi per sistemare la vettura e permettere a Lance di fare esperienza e mettere kilometri in cascina. 55 passaggi e un buon 1’22”3 per il canadese. Ma prima della pausa pranzo è nuovamente uscito di pista e la sua macchina è stata riportata in pitlane

per valutare eventuali danni; speriamo non abbiano risparmiato sui pezzi spediti ieri da Grove…così pare visto che nel pomeriggio è riapparso in pista.

Tipici errori di gioventù e di adattamento da parte di un esordiente ai “nuovi mostri” della Formula 1, che quest’anno daranno parecchi grattacapi anche alle star del “circus” che come già trapela, hanno manifestato un buon feeling con le monoposto 2017 e le nuove gomme Pirelli.
Ieri riflettori puntati soprattutto sul nostro Antonio Giovinazzi, dalla Puglia con furore dopo un 2016 a lottare per il titolo della Gp2 e l’arrivo in Ferrari come terza guida del Cavallino ad inizio 2017.  Un italiano su una F1 dopo tantissimo tempo, anche se trattasi solo di test pre-stagionali.

E non con una rossa. Stagione iniziata sì con qualche tornata a bordo della Ferrari 2015 in quel di Fiorano, per ultimare i test dei nuovi pneumatici, e che poteva presagire per il ragazzo di Martina Franca qualche uscita nei venerdì delle libere al volante delle scuderie che montano la power unit di Maranello, Sauber e Haas.

 

Anche se i team svizzero e americano, in virtù di tutte le novità di questa stagione da provare e affinare, e delle poche possibilità per farlo, difficilmente lasceranno il volante delle loro macchine a piloti che non siano i titolari.

Ma proprio uno di loro, il teutonico Pascal Wehrlein, altro giovin pilota di valore e successi in altre categorie, accasatosi in Sauber quest’anno, causa le conseguenze fisiche dell’incidente occorsogli nella Race of Champions di fine anno a Miami, ha dato forfait per almeno la prima settimana di queste importantissime prove di sviluppo sul circuito di Barcellona prima del via del campionato. E per sostituirlo è stata data una grossa opportunità a Giovinazzi. Wehrlein, che comunque ieri abbiamo incrociato nell’hospitality della Sauber, e il cui recupero fisico potrebbbe permettergli di saggiare finalmente la sua nuova vettura nella seconda settimana di test.

Un problema al motore Ferrari della sua Sauber ha costretto il nostro a perdere praticamente tutta la sessione mattutina; sostituito il motore, il pugliese ha potuto girare e molto nel pomeriggio. Abbiamo potuto osservare da vicino le sue tornate, chiara ed evidente la carente preparazione fisica per le caratteristiche delle F1 di questa stagione, delicata, importante e dura come quella cui si sono sottoposti i piloti in virtù soprattutto della nuova aerodinamica che rende i “nuovi mostri” prorompenti in special modo in curva.  Ma ha influito sicuramente anche il non semplice adattamento a frenate adesso più al limite e corte che in precedenza, a monoposto che nella percorrenza delle curve veloci restano attaccate al suolo e corrono come non mai. Ma Antonio non se l’è cavata male, anzi, speriamo possa avere la possibilità di continuare questa esperienza, eccellente apprendistato per un possibile futuro campione.

Altro pilota giovane e interessante, tuttavia già al volante di un F1 la scorsa stagione, trattasi di Esteban Ocon,

pilota transalpino nel 2016 alla guida di una  Manor, accasatosi quest’anno in Force India, dove sostiuisce Nico Hulkenberg finito alla Renault. Il francese ha già avuto modo di mettere in mostra le sue ottime qualità e nella prima uscita con la nuova scuderia ha potuto girare senza grossi problemi e staccare tempi discreti. Tempi che, ben sappiamo, hanno un valore relativo nei test, oltremodo quest’anno con le novità regolamentari e dei pneumatici che hanno reso le Formula 1 attuali autentici tori da domare. Tori appunto, come quelli che sotto le insegne Redbull e nelle mani di Max Verstappen potrebbero consegnare al giovane ed esuberantissimo pilota olandese le briglie per puntare in alto. Dopo aver stupito tutti, chissà, puntare con forza al titolo.

Ma la stagione è appena iniziata, i vecchi “manici” non si daranno per vinti, anzi, potranno tornare a divertirsi e a battagliare con vetture che soddisfino e riportino in auge il loro talento. Per arginare l’arrembante meglio gioventù.

Alessandro Sala

 

 

 

 

 

 

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