ABITUARSI ALLA PRESENZA DELL’HALO SARA’ PIU’ DIFFICILE PER I PILOTI O I TELESPETTATORI?

Mancano meno di 100 giorni all’inizio del campionato 2018, oramai non si fa in tempo a salutare una stagione che si è già proiettati verso la prossima; nell’immagine residua che abbiamo delle monoposto però noi le vediamo come sono quelle del 2017; i nostri occhi dovranno abituarsi invece a vetture molto diverse come primo impatto visivo a causa della presenza dell’Halo che probabilmente sarà anche di diversa colorazione a seconda degli sponsor e delle macchine. Ora dobbiamo dire che il nuovo dispositivo di sicurezza a cui la FIA tiene così tanto a livello estetico sembra posticcio e non ben integrato con il design delle F1; la priorità è quella di proteggere la testa del pilota soprattutto in caso di incidenti dalle meccaniche molto particolari.

Halo è infatti utile se la vettura dovesse finire incastrata sotto qualche barriera, in caso di rovesciamento dell’auto o se detriti di grosse dimensioni dovessero investire l’area interessata. Quanto si è fatto per la sicurezza negli ultimi anni è qualcosa di serio ed importante per la F1 ed infatti le vetture sono arrivate ad un livello molto alto come mai visto nella storia della massima categoria; tuttavia sorgono una serie di domande riguardo al controverso dispositivo.

PICCOLI DETRITI per quanto riguarda la protezione da piccole parti in metallo od in carbonio che possano investire l’area del casco pilota l’apparato non sembra in grado di ovviare in maniera decisiva al pericolo se non nella sua sezione frontale molto rastremata; anzi c’è la remota possibilità che un frammento possa colpire l’Halo ed essere deviato verso il pilota acquisendo un movimento rotatorio e diventando così ancor più pericoloso.

VISIBILITA’ alcuni driver hanno dichiarato che l’Halo è ininfluente ai fini della visibilità della pista e su questo sembra esserci l’unanimità in quanto è solo la parte centrale ad essere nel raggio visivo del pilota, una sottile struttura che già è occupata (visivamente) dalle antennine dei dispositivi di bordo; oltretutto chi guida in genere guarda lateralmente verso le curve, eppure sorge il dubbio che in alcune piste su tratti in salita la porzione più alta di Halo possa ridurre il campo visivo e, date le velocità di queste vetture, anche solo una frazione di secondo potrebbe essere fatale per attuare una manovra di deviazione.

LUCE DEL SOLE in pochi si sono chiesti se le ombre del sole che appariranno e scompariranno di continuo sulla visiera potranno dare fastidio; soprattutto quando si percorreranno curve in pendenza con un angolo di incidenza importante e si correrà su piste ad orari in cui il nostro astro non sarà allo zenit o comunque nel punto più perpendicolare possibile rispetto al piano dell’orizzonte; e questo accade quasi sempre perché le gare iniziano in genere alle 14.00. Tra l’altro molti driver utilizzano visiere scure proprio per questo.

USCITA DALL’ABITACOLO si sono fatte molte prove sui tempi di uscita dalla vettura, che si sono allungati, i piloti dovranno esercitarsi molto, rimane l’incognita che se il dispositivo dovesse deformarsi ci saranno delle difficoltà evidenti.

IMPLICAZIONI AERODINAMICHE già si provano delle piccole ali da disporre nella parte alta dell’Halo, questi componenti, permessi dalla FIA, non fanno altro che gettare dubbi sulla sicurezza del dispositivo in quanto potrebbero frammentarsi in caso di incidente e diventare molto pericolosi. Oltretutto qualcuno ne starà già approfittando per usare Halo come parte aerodinamica da sfruttare a proprio vantaggio con il rischio di arrivare alle solite polemiche a campionato in corso, soprattutto su come verranno interpretate alcune regole.

In definitiva è giusto cercare di rendere la F1 più sicura ma forse lo si poteva fare in modo diverso e con più tempo a disposizione scegliendo una soluzione che fosse meno controversa e che sia gradita anche esteticamente. Continua così il trend della FIA, ovvero snaturare la natura stessa della F1, un tentativo che sta riuscendo perfettamente…

Marco Asfalto

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