Un pilota al di sopra di tutto. Un fuoriclasse abituato a vincere, questo è Lewis Hamilton.  C’è un solo problema quando ti atteggi a superstar: devi sempre e solo vincere.
Quando Lewis Hamilton non riesce a imporsi in un Gp, tende a trovare un colpevole. Il responsabile dei suoi insuccessi, è sempre qualcun’altro. Settimana scorsa era il team, reo di un errore di strategia. Oggi si chiama “Raikkonen”.
Nel post gara non parla, non guarda nemmeno i piloti della rossa. Non gli sfiora nemmeno l’idea che possa trattarsi di un normale incidente di gara.

Un uomo di 33 anni che rimane immaturo, a causa dei suoi comportamenti irriverenti e poco rispettosi nei confronti degli avversari. Un atteggiamento irritante al sabato, dopo l’ennesima pole position da campione.
Se attardarsi nella fotografia di rito rientrava in una guerra psicologica contro l’acciaccato Vettel, oggi Hamilton ha perso la battaglia.
Ha esultato troppo in qualifica, supponendo che, chi parte avanti a Silverstone, tradizionalmente, ha mezzo Gp in tasca.
Ha sbagliato la partenza. Uno stacco di frizione difettoso. Il pilota inglese ha pattinato, perdendo la sua posizione privilegiata a favore di Vettel e del lesto compagno di squadra Bottas.
Una domenica inaspettata, una rimonta da campione, ma sempre condita dalle lamentele sulle condizioni della sua monoposto.

Il contatto Raikkonen-Hamilton

Ingaggiato al primo giro in una lotta ruota a ruota con Kimi Raikkonen, Lewis ha avuto la peggio, con l’uscita di pista in curva 3. Un contatto di gara, in piena bagarre, tra il pilota più esperto del lotto e uno dei più vincenti della storia. Il risultato è che, se fosse accaduto tra due team di metà schieramento, sarebbe stato considerato un banale incidente di gara.
Penalità, invece, di cinque secondi, se a subire il danno è la seconda guida di un top team: leggasi Vettel-Bottas in Francia. Dieci secondi, addirittura, se ad essere urtato è sua maestà Hamilton.

Nella rimonta furiosa con una W09 in ottime condizioni, il pilota inglese, con grande fortuna, è tornato sul podio, grazie all’intervento miracoloso della safety car. Non soddisfatto dell’impresa sfiorata, Hamilton ha dribblato, inizialmente, i reporters per poi gridare ad un complotto ai suoi danni.
Un quattro volte campione del mondo che giudica, un incidente di gara, un atto deliberato e pianificato nei suoi confronti, è davvero troppo. Si può veramente credere che un corridore come Raikkonen possa essere partito con l’intenzione di nuocere, di colpire deliberatamente un altro pilota? Benvenuti nella testa dell’egocentrico baronetto, ‘Member of the Order British Empire’, Lewis Hamilton.

Hamilton non le manda a dire

“E’ stata una gara grandiosa, mi spiace per la gente non aver vinto ma grazie lo stesso per il sostegno. Ho lottato, non ho mollato mai e non mollerò mai. Il team ha fatto un lavoro fantastico, c’era tantissima pressione. Abbiamo lottato e cercheremo di lottare nel corso dell’anno, è stato il miglior Gran Premio dell’anno”.

L’inglese ha visto andare in fumo l’appuntamento con la 5° vittoria consecutiva a Silverstone e la responsabilità, per l’inglese, è della rossa:

“Sono due gare che le Ferrari buttano fuori due Mercedes e prendono penalità molto leggere. Dobbiamo fare più pole position possibili e stare lontani dalle macchine Rosse. Non si sa mai cosa possa accadere”.
Le parole di Lewis sono frutto della delusione della mancata vittoria e del trionfo del nemico a casa sua.

La risposta di Seb

Sebastian Vettel ha risposto per le rime all’inglese: “Hamilton ha parlato di strani stratagemmi? La teoria di Lewis è sciocca. Nessuno parte con l’idea di buttare fuori un avversario rovinando anche la propria gara”.

Nessun complotto, Hamilton ha terminato la gara al secondo posto. Ma oggi ha perso due volte.

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