Il circuito internazionale del Bahrain si presenta con forme assai tradizionali rispetto a Melbourne. A suo modo si avvicina maggiormente ad una pista più classica, dove le curve acquistano andamenti più vari lungo il giro (rispetto al tracciato dell’Albert park, dominato in prevalenza da chicane in sequenza) e dove i rettilinei acquistano di nuovo una certa rilevanza.

Il rettifilo principale misura ben 1180 metri e richiede alle macchine di essere veloci; tanto veloci. La velocità di punta registrata nel corso della gara del 2018 è stata di 340kmh, mentre non era difficile vedere molte macchine superare i 330kmh.

La top speed misurata in Australia si attesta a 320kmh nel 2018.

Osservando la totalità dei rettilinei la storia non cambia e la lunghezza media è più elevata rispetto a quelli osservabili lunga la pista del gran premio australiano, a sostegno di una teoria per la quale il circuito di Sakhir porterebbe a velocità più sostenute: la lunghezza media dei tratti dritti raggiunge i 580 metri, contro i 465 metri del tracciato australiano.

Misurando il tempo di percorrenza dei rettilinei, si scopre infine che si passa circa il 52% del tempo con il piede a fondo dell’acceleratore. La richiesta di cavalli nei confronti del propulsore è elevata e il comparto aerodinamico a bordo non deve generare troppa resistenza all’avanzamento. Proprio questo, in realtà, è il lato dolente: all’opposto di quanto richiesto in fase di accelerazione lungo i rettifili, le curve sono mediamente più lente e di estensione particolarmente accentuata. La pista è caratterizzata da cambi di direzione dal raggio di curvatura assai ridotto e molti tornanti o curve lunghe.

Essendo percorse con velocità ridotte, le porzioni di circuito ricurve non permettono una buona generazione di carico aerodinamico da parte delle superfici deportanti.

È questo il dilemma da affrontare per risolvere il rebus di Sakhir: il perfetto bilanciamento tra spinta al suolo richiesta e velocità di punta. In questi termini, considerando nuovamente il tempo di permanenza in una e nell’altra condizione, abbiamo già detto che le percentuali si equivalgono in modo sorprendente. Le monoposto trascorreranno in rettilineo lo stesso tempo (circa) che passeranno con il volante ruotato.

In tal senso, sembrerebbe esserci una situazione di parità e la scelta per le squadre potrebbe dipendere molto dalle caratteristiche intrinseche dei propri veicoli. La logica conseguenza è di pensare alla pista in questione come ad una situazione senza una univoca risposta, ma con la possibilità di vedere differenti interpretazioni da parte delle differenti scuderie.

Un esempio lo fornisce RedBull, che nel 2018 ha mostrato un’ala più scarica rispetto ad altre occasioni nel corso della stagione.

Considerando Mercedes, invece, la macchina tedesca aveva portato ali paragonabili come incidenza a quelle viste su circuiti definibili ad alta portanza in modo univoco.

Quest’anno la Ferrari potrebbe aver difficoltà a difendersi nei tratti più guidati, dove le velocità mediamente sotto i 200 kmh (media di 146kmh contro i 190kmh del caso australiano) non garantiscono all’ala frontale un carico alto quanto le sue rivali. È stato ripetuto più volte durante questo avvio di campionato: la macchina del cavallino esibisce una superficie deportante anteriore con incidenze ben inferiori rispetto alle sue rivali. Al contrario, La rossa riuscirebbe a mettere in mostra le potenzialità del suo veicolo sui lunghi rettilinei, dove la mantenuta deviazione laterale del flusso sarà la sorvegliata speciale. Le prestazioni delle auto del cavallino dovrebbero farsi vedere specialmente al fondo dei rettifili.

Due aspetti non aerodinamici che potranno aiutare le vetture che ne sfruttano le proprietà positive saranno la lunghezza del passo e la distribuzione dei pesi. Una macchina più corta e con maggiore peso caricato sull’asse posteriore potrebbe risultare più agile nei cambi di direzione e, tra le due auto ai vertici della classifica, Ferrari è quella che più rispecchia tale caratteristica.

In conclusione, con il desiderio di riscatto dopo una gara grigia a Melbourne, la Ferrari potrebbe avere delle chance di recuperare immediatamente sulle avversarie e questo grazie a progetti radicalmente differenti rispetto a Redbull e Mercedes. sarà una gara bilanciata e potrà dirci molto di più sul vero comportamento delle monoposto rispetto al caso di Melbourne.

A presto, dall’ing. Alberto Aimar

A proposito dell'autore

Laureato in ingegneria magistrale aerospaziale, opero nel campo dell'ingegneria per l'automobilismo da tempo, sono giornalista sportivo da 3 anni, e sono appassionato di tecnica e aerodinamica! contattami per qualsiasi richiesta o parere per condividere assieme il nostro interesse verso le competizioni motoristiche!

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