Sebastian Vettel, nella sua Germania, ha sprecato un occasione, un set point tennistico. Ha ceduto il servizio ad uno spietato Hamilton ma ciò nonostante non ha ancora perso la partita. Il campionato rimane apertissimo e per fortuna della Ferrari la possibilità di riscattarsi in Ungheria sarà immediata.

Vettel: errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Stamani Seb si sarà svegliato con un gran mal di testa. La delusione sarà evoluta in amarezza per quella dedica speciale pensata per il suo Presidente Marchionne e abortita sul più bello.
Gli errori in stagione sono già 3, tanti per uno come lui. Dopo il contatto al Paul Ricard con Bottas e il famoso bloccaggio a Baku nelle ultime tornate del Gp, il quattro volte campione del mondo tedesco è incappato ieri in uno 0 in classifica imperdonabile.
Ad Hockenheim, a pochi metri da casa sua, Sebastian Vettel è sembrato teso, la voglia di strafare e di vincere davanti al suo pubblico, lo ha tradito.
Il pensiero va alla prima vittoria di Seb con la Toro Rosso sotto il diluvio di Monza nel 2008, all’incredibile sicurezza di guida del ventunenne tedesco.
Dieci anni dopo, nei team radio, Vettel è apparso molto agitato: bloccaggi ripetuti, tensione e nervosismi per la gestione degli pneumatici. Prima di battere i pugni sul suo casco, ha preteso un ordine di scuderia al muretto box Ferrari, con il timore che Hamilton potesse sbucare, da un momento all’altro, nei suoi specchietti.

“Nessun ordine di squadra, lasciate in pace i ragazzi”

Il sostegno totale a Kimi Raikkonen, tanto invocato da Arrivabene in Austria, è svanito nel intricato team radio di Jock Clear. Raikkonen si è dimostrato, come sempre, un buon compagno di squadra facendosi da parte.
Il finlandese ha preteso, tuttavia, che l’ordine fosse esplicito e ha esclamato:” Ditemi chiaramente cosa devo fare”. Senza tanti giri di parole.
Nel Gp di Germania, nonostante il vantaggio in pista e in classifica, sono emerse le paure della Ferrari.
L’occasione per dimostrare forza si è tramutata in debolezza. Raikkonen è stato sacrificato in una strategia a due soste per limitare il ritmo di Hamilton. La gara di Kimi è stata condizionata, in un ottica conservativa. Nessuno ha seguito il finlandese in questa tattica suicida e Vettel che avrebbe dovuto marcare Hamilton, con il vantaggio accumulato nella prima metà di gara, ha evitato di assumersi le responsabilità del leader.
Al giro 39 la situazione di isterismo di Vettel è degenerata con le richieste stizzite di un team order al muretto Ferrari.
In un campionato che si deciderà per qualche punto sarebbe risultato logico trasmettere segnali univoci in Austria, come accaduto in Germania.

Team orders always/never: la posizione di Mercedes e Ferrari

In Germania sia Mercedes che Ferrari hanno fatto ricorso ad ordini di scuderia. Per Toto Wolff:” La cosa più importante in Formula 1 è la competizione. Abbiamo sempre detto che se arriveremo nell’ultimo quarto di campionato con uno dei due piloti in grosso vantaggio sull’altro, allora prenderemo alcune scelte impopolari. Ma non è ancora arrivato quel momento – ha dichiarato Wolff – stavolta abbiamo semplicemente utilizzato una tattica di squadra per assicurarci che entrambe le vetture arrivassero al traguardo. Se fosse stato Bottas a trovarsi al comando, avremmo sicuramente preso la stessa decisione in suo favore“.
Se Bottas ha sempre obbedito ed ha congelato le posizioni di testa, l’ordine della Ferrari può essere legittimo ma incoerente.
Gli ordini di squadra, se concepiti, dovrebbero sempre essere funzionali al raggiungimento dei massimi obiettivi, diversamente creano confusione ed amarezza tra i piloti.
Se Vettel dovesse giocarsi il titolo piloti fino agli ultimi km di Abu Dhabi, siamo certi che si ripenserà molto ai 3 punti lasciati a Raikkonen in Austria.

L’Hungaroring è già decisivo?

Il campionato è in bilico, la Ferrari dovrà rialzare la china per capitalizzare più punti possibile prima della pausa estiva.
Vettel è un leone ferito, proverà a riscattarsi per riacciuffare Hamilton in classifica piloti nel delicatissimo Gp di Ungheria. L’inglese comanda la graduatoria con 17 punti sul tedesco.
La Ferrari ha perso tutto il vantaggio in classifica costruttori in un colpo solo. La Mercedes è tornata al comando con 310 punti contro i 302 del Cavallino.
Per fortuna domenica prossima si corre!

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