Formula 1 – Scatta il nuovo corso di Liberty Media

Con la doppia sessione di test in terra catalana, ha avuto ufficialmente inizio una nuova era in Formula 1.

Mr E., al secolo Bernard Charles Ecclestone, per tutti semplicemente “Bernie”, venduto il Circus ai magnati americani della comunicazione di Liberty Media, è stato gentilmente invitato a lasciare la poltrona dorata all’interno del motorhome personale, presente all’inizio di ogni paddock di Formula 1.

Nel paddock di Barcellona, negli spazi di solito a lui riservati, appariva la sola struttura della FIA, orfana della dependance di lusso, con insegna “Mr E.”, a cui tutti eravamo abituati.

Al suo posto, per ora solo in senso figurato, la triade composta da Chase Carey, Sean Bratches e Ross Brawn, che avrà, con diverse mansioni specifiche, l’oneroso compito di traghettare lo sport verso nuovi lidi, scappando via dalla palude “Bernie-centrica” ove era sempre più impelagato.

Sarà certamente un processo lungo e graduale, che dovrà giocoforza tenere in considerazione la voce dei veri protagonisti dello spettacolo, i team, e di chi lo finanzia, vale a dire sponsor e detentori dei diritti televisivi.

A partire dalla stagione appena iniziata, ce ne saranno ben quattro per lavorare su un nuovo format per il Campionato del Mondo di Formula uno, fino ad arrivare alla naturale scadenza del Patto della Concordia, che perderà di validità dopo l’ultima gara del 2020.

Non inganni il lungo lasso di tempo: il Circus è un enorme e disomogeneo insieme di soggetti con interessi ed investimenti molto diversi tra loro: il compito più ingrato per Liberty sarà quello di definire un nuovo percorso comune, che dovrà essere condiviso da tutti coloro che vorranno far parte della nuova Formula Uno degli anni a venire.

Proprio nel Circuito di Montmelo, teatro due stagioni fa di una palese protesta da parte della Ferrari in tal senso – Arrivabene ed alcuni dei suoi si accomodarono in tribuna per cedere i propri pass a degli ospiti – è arrivato il primo cambiamento concesso da Liberty Media ai team, con l’assegnazione di un numero maggiore di pass riservati alle squadre, da distribuire a loro piacimento a sponsor ed ospiti.

Inoltre, sono comparsi sui profili social ufficiali di team e piloti, brevi video – fino a 10 secondi di lunghezza – ritraenti diversi aspetti del lavoro del team: alcuni interessanti, altri meno, ma comunque attraenti per tutti quegli appassionati in fervente attesa dell’inizio della nuova stagione.

Potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto, ma è il primo passo in direzione dei team, che i vertici della Formula Uno fanno da fin troppo tempo: quel che colpisce è l’assurdità del precedente blocco, proprio pensando alla categoria che andava ad analizzare, quegli sponsor come detto, che contribuiscono a finanziare il Circus.

A questo punto gli ottimisti prevedono una vera rivoluzione da parte della nuova proprietà, che da gigante della comunicazione qual è, dovrebbe cogliere l’enorme potenziale, fino ad ora mal sfruttato, che il movimento ha a livello di social media ed in generale di comunicazione con finanziatori e appassionati.

A loro si contrappone una schiera di realisti, cosi come si definiscono, che temono l’esatto opposto, rappresentato da una ancora maggiore centralizzazione della comunicazione, in modo da poter essere controllata e gestita nel migliore dei modi, ottimizzando il flusso di informazioni che dal Circus raggiunge i media di ogni tipo nel mondo.

Ma andiamo per ordine:

Si schiera a favore della rivoluzione, chi crede nella filosofia tutta americana di Liberty Media, andando ad interpretare la storia recente della Compagnia in chiave di una profonda comprensione dei nuovi strumenti di comunicazione, tra i quali spiccano, nell’era di internet, i social media e tutti i servizi ad essi collegati.

“Se Liberty Media applicherà in Formula Uno, gli stessi processi decisionali adottati nella loro politica interna, sarà molto positivo per il Circus; la loro mentalità e modo di agire, sono perfetti per la moderna comunicazione ed avremo una vera apertura di questo sport verso gli appassionati, con diverse liberalizzazioni e concessioni che andranno a creare una nuova e ben più positiva immagine di questo sport”

Parole del brasiliano Livio Oricchio, celebre giornalista di Globo Esporte, che dall’alto dell’esperienza maturata in decenni nel Circus, accoglie a braccia aperte la rivoluzione nord-americana, più che convinto che Liberty Media saprà come aprire agli appassionati, il dorato mondo della Formula Uno, condividendo aspetti un tempo inarrivabili, all’enorme fetta di “followers” – e di mercato – ormai integrata in un mondo digitale ove i social la fanno da padrone e dove Bernie, fino a ieri, ha seminato divieti, ban e limitazioni su ogni aspetto non controllato da lui.

È un piacere sentirlo parlare del “suo” sport, con quella passione che gli ha permesso di attraversare epoche agli antipodi tra loro, mantenendo intatta la voglia di raccontare qual che viveva, stagione dopo stagione, nei paddock di tutto il Mondo, ascoltando le voci di piloti come Prost, Senna, Piquet, Mansell, Schumacher – solo per citare dei grandi del passato – e facendo rivivere le loro gesta con i suoi racconti da ogni continente.

A fare da contraltare al brasiliano, i pareri di altri rappresentanti dei media, di pari esperienza e conoscenza di questo mondo: i soggetti interessati non hanno voluto che venisse diffusa la loro identità, ma il loro pensiero è stato, nella diversità dei ruoli da loro ricoperti, fin troppo allineato verso una visione pessimistica del futuro.

Si parte dai diritti tv: in estrema sintesi, fino a fine 2016, la FOM produceva tutte le immagini relative all’evento, per poi fornirle ai vari detentori dei diritti tv, che poi le distribuivano in altri paesi e piattaforme, in base agli accordi multimilionari presi con Ecclestone.

Da quest’anno, secondo la schiera pessimista, si potrebbe cominciare a studiare un’organizzazione per gli altri canali media – si legga stampa e foto – di stampo similare a quanto verrà fatto con le TV: in futuro si potrebbe arrivare, al fianco del già esistente unico produttore di immagini in movimento, ad un’unica agenzia di stampa che aggiorni gli appassionati, con comunicati e relative foto, su quanto accade nel weekend di gara, in quel che diventerebbe un mondo ancor più esclusivo di quanto già non lo sia diventato sotto l’egida di Bernie.

E come potrebbe diventare tutto realtà? “Molto semplice” – dice un professionista del settore in attività da diverse stagioni nel Circus – “immaginate un grande gruppo editoriale che, con acquisizioni mirate nei paesi ove c’è più interesse per la Formula Uno, riesca man mano a catalizzare verso i propri portali nazionali, la stragrande maggioranza dei lettori – e di investimenti pubblicitari –  lasciando agli altri solo le briciole. Ora, pensate che, con il potere economico che ha alle spalle, possa permettersi di rilevare una o più grandi agenzie fotografiche in attività nel Circus: cosa avrebbe in mano? Un’arma potentissima per monopolizzare il flusso di informazioni che, attraverso i media, gli appassionati potrebbero ricevere dai vari circuiti durante i Gran Premi.”

Estremo pessimismo o realismo dettato dalla lunga esperienza sul campo?

Solo il tempo potrà rispondere a questa domanda, ma appare chiaro che il successivo passo potrebbe esser quello di chiedere a Liberty Media l’esclusiva per il flusso di informazioni, monopolio che andrebbe a braccetto con quello già esistente per le immagini tv.

Le recenti affermazioni di Bernie Ecclestone, che accusa la nuova proprietà della Formula 1 di voler cancellare la sua immagine ed il suo operato dal Circus, lasciano intendere che Liberty Media possa voler allentare le redini del controllo ossessivo in vigore nell’era di Mr.E., al fine di permettere agli appassionati di vivere più da vicino team, monoposto e piloti.

Se le accuse dell’ex Patron del Circus si rivelassero fondate, il pensiero volgerebbe verso l’ottimistica – e speriamo tutti profetica – visione di Livio Oricchio: una maggiore apertura ai nuovi media, nell’ottica di una vera pluralità di informazione, potrà rivoluzionare il modo in cui lo Sport – se ancora cosi può esser chiamato – si rapporta e si racconta ai propri appassionati.

In questa nuova era, si potrebbero aprire le porte del paddock ad appassionati scelti attraverso concorsi, fornendo pass premio ai più bravi e fortunati, organizzare eventi in cui toccare con mano piloti e monoposto e confrontarsi in maniera informale con i protagonisti, portare le vetture in mezzo alla gente – sulla falsariga di quel che succede a Lemans per intenderci – in modo da rendere ben più reale il “claim” della nostrana Sky Tv Italia che, agli esordi del nuovo canale dedicato al Circus recitava: “La Formula Uno, ma molto più da vicino”.

di Alessio De Marco

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