Alberto Antonini lascia la Ferrari ed il suo primo articolo ci delizia con una serie di informazioni, che, a mio modesto avviso, sono tutte da interpretare, fatta eccezione per quello che riguarda la terza leva sul volante di Sebastian Vettel, rivelando che essa non è altro che un “marker”, utile a segnalare tutti i punti della pista dove si verifica un particolare evento degno di essere ricordato, dissipando tutte le precedenti polemiche, che spaziano fra un suo utilizzo per controllare i gas di scarico, fino a quella che potesse trattarsi di “un freno a mano”.

Esaminando l’articolo in questione, Antonini mette a raffronto i due principali competitors, dicendo che se in Mercedes era cambiato molto fra la vettura portata nei primi quattro giorni e quella vista nell’ultima settimana, anche in Ferrari c’erano tante cose diverse, ma meno visibili rispetto ai primi test, un qualcosa legato a due aspetti fondamentali: la metodologia di lavoro; e lo sviluppo del software della monoposto.

Antonini continua, illustrando le rispettive metodologie di lavoro, anche in modo del tutto intellegibile, ma senza arrivare ad alcuna conclusione, per cui mi sono arrogato il compito di cercare di dare una interpretazione logica alle sue affermazioni, a mio avviso, monche di una critica costruttiva che, sicuramente interessa di più il pubblico che, perennemente, cerca di capire dove penderà l’ago della bilancia.

Purtroppo, chi segue dall’esterno non ha contezza del lavoro che i team stanno facendo, pertanto segue esclusivamente la tabella dei tempi, per cui tutte quelle differenze sulle metodologie di lavoro, possono essere chiare solo agli addetti ai lavori, nonostante ciò, per la prima sessione di test ho cercato di dare la mia chiave di lettura:

https://www.newsf1.it/formula-1-ecco-perche-la-ferrari-fa-paura/

Come me, forse Antonini ha semplicemente dato la chiave di lettura della seconda sessione di test, perché se nella prima settimana la Ferrari ha effettuato le “prove generali” piazzando tempi veloci consecutivi dimostrando un gran lavoro sia sul fronte power unit (soprattutto per quanto riguarda l’ibrido), che in quello software, facendo rizzare i capelli in testa a Toto Wolff;

Toto Wolf Team Manager AMG f1 Mercedes

nella seconda ha dovuto mettere insieme le tessere del puzzle scoprendo “dove può arrivare il motore” provando le varie mappature  con una quantità standard di carburante (Antonini dice 30 kg). Infine ci sarebbero le prove di qualifica e la simulazione di gara, ma sapere le condizioni esatte in cui queste vengono effettuate è pura utopia, quindi è assolutamente impossibile fare dei raffronti con la Mercedes.

Potremmo, concludere che le indicazioni di Antonini, ad una prima analisi, potrebbero sembrare solo l’illustrazione del modo di operare della Ferrari, che in qualche modo, sarebbe diversa rispetto al passato, ma, obiettivamente, non credo che siano in molti i lettori che conoscono il modo in cui la Ferrari affrontava i test in passato, quindi dove sarebbe la novità?

Anche in questo caso, credo che sia necessario leggere attentamente fra le righe, perché fra la seconda settimana di test e Melbourne i team elaborano i dati acquisiti, come dice Antonini: “In termini calcistici, quella che precede la trasferta di Melbourne è la “settimana della rifinitura”. Quella in cui si deliberano e si affinano le soluzioni tecniche – aerodinamica, telaio, motore, ma anche tanto software – nella versione destinata alla prima gara del mondiale.”, ma in Mercedes ed in Ferrari cosa c’è di diverso? La Mercedes continua a fidarsi dei computer come in passato, e Ferrari continua a fidarsi della pista, apparentemente nulla sarebbe cambiato, ma io ho la memoria lunga e non dimentico che la Ferrari ha investito molto nell’innovazione con l’aggiornamento della galleria del vento; con i banchi dinamici AVL; con l’ammodernamento della sede della GES e per finire con la tecnologia di stampa in 3D. Non mi sono mai illuso che questi investimenti potessero portare a dei miglioramenti immediati ed effettivamente la Ferrari ha migliorato costantemente a comprova del fatto che il programma era “a lungo termine” e credo che il grande merito di Sergio Marchionne sia stato quello di individuare e correggere progressivamente i punti deboli e non dimentico che l’ultimo investimento Ferrari è stato quello di potenziare il comparto simulazione con Brendon Hartley, Pascal Wehrlein, Antonio Fuoco e Davide Rigon che, c’è da scommetterlo, avranno sviscerato i dati acquisiti nei test sviluppando le migliori soluzioni da portare in quel di Melbourne, ecco come interpreto le parole di Antonini.

La Mercedes vista nei primi quattro giorni di test non ha certamente impressionato, però ha stupito, nella seconda sessione, dove ha portato una versione completamente rivista della W10, una mossa che in un certo qual modo è stata inaspettata, di solito nei test si procede per gradi dovendo rispettare talune priorità, invece, come dice Antonini, in Mercedes si sono fidati ciecamente dei risultati della simulazione ed hanno probabilmente anticipato tutto il pacchetto che doveva essere portato a Melbourne, cosa inusuale in quanto i riscontri aerodinamici effettuati nella prima sessione di test, in pratica sono stati tutti rivisti nella seconda, in funzione degli aggiornamenti che hanno coinvolto tutta la vettura.

Nel 2018 la Mercedes aveva stupito perché non aveva mai provato le coperture più soft, per cui è lampante che all’epoca, si sono fidati ciecamente delle simulazioni (come dice Antonini: Mercedes si affida molto alle simulazioni, alle estrapolazioni (per capirci: calcoli) che ci dicono ad esempio che, se usando una determinata mescola di pneumatici, salta fuori un certo tempo sul giro, con un pneumatico diverso questo tempo si abbasserà, diciamo, di quattro decimi. In pratica, si fidano molto dei loro computer) quest’anno, però, mi sembra che hanno seguito una metodologia di lavoro leggermente diversa collaudando in pista la bontà degli aggiornamenti con diversi run ed hanno perfino simulato un giro da qualifica, a comprova del fatto che l’intero pacchetto non era stato deliberato per i test ma anticipato a mò di prototipo. Naturalmente questa è solo una mia ipotesi e non ho risposta alla domanda del perché la Mercedes lo abbia fatto, (forse e dico forse, la SF90 vista nei primi quattro giorni di test ha impressionato a tal punto da spingere Toto Wolff ad accelerare i tempi?).

Con questo non voglio dire che a Melbourne la Mercedes si presenterà con la stessa vettura vista nell’ultima sessione di test, ma di sicuro ha anticipato il lavoro di rifinitura di cui parla Antonini, la Ferrari, invece procede come da programma ed è plausibile che vi saranno degli affinamenti più consistenti.

Second Winter Testing 2019; Barcellona; Montmelo’; Circuit of Catalunya, 26 February to 1 March 2019

Mi ero riproposto di non affrontare il discorso relativo al confronto fra le prestazioni della W10 con la SF90, tuttavia, proprio mentre stavo scrivendo, ho visto un filmato prelevato dalla rete, dove venivano messi a confronto il giro di Vettel con quello di Hamilton, che ha stuzzicato la mia attenzione, non è molto significativo per il risultato ottenuto dai due piloti, in quanto il tempo è pressoché identico, ma proprio per questo motivo può evidenziare il comportamento delle due vetture a parità di risultato: in pratica Vettel è molto preciso e non fa una sola correzione, mentre Hamilton nei primi due settori ha fatto diverse piccole correzioni in trazione, come se gli pneumatici non fossero alla giusta temperatura, per poi rifarsi nel terzo settore dove affronta perfettamente ogni curva, mentre Vettel, pur senza la minima sbavatura, sembra non avere la stessa aggressività nel settore “più guidato” ed infatti, Hamilton, proprio nel terzo settore, riesce a raggiungere il medesimo risultato di Vettel.

Non voglio far riferimento al cronometro, perché sono troppe le variabili in gioco, ma il diverso comportamento delle vetture con lo stesso tempo, sembra sia la sintesi di tutti gli otto giorni di test, con una Mercedes in difficoltà con le gomme ed una Ferrari che ha una vettura molto ben bilanciata, che riesce a fare il tempo con estrema semplicità.

 

Leonardo Fiorentino

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto