Il Gran Premio del Canada vede il ritorno della Ferrari alla vittoria dopo ben 14 anni con Sebastian Vettel che vince in maniera netta e con un’autentica prova di superiorità su un tracciato che nelle ultime stagioni non è stato un vero e proprio portafortuna per la scuderia italiana.

 

Gran Premio del Canada che, invece, negli ultimi anni, ha sempre conosciuto un solo vero dominatore, quel Lewis Hamilton che trova sul circuito intitolato a Jacques Villeneuve le caratteristiche sulle quali esaltare le proprie capacità di guida. Ancora non è possibile dire se sia stato il Canada a tradire il pilota inglese o sia stato proprio quest’ultimo a tradire le aspettative. In effetti, alla vigilia, tutti davano Hamilton con la sua W09 come il pilota da battere sia per il grande feeling che il quattro volte campione del mondo ha con questa pista sia per il grande potenziale che il motore Mercedes può mettere in gioco sui lunghissimi rettilinei che caratterizzano il tracciato canadese.

 

Invece, un po’ a sorpresa, la notizia da parte della scuderia tedesca di non portare una nuova power unit, con aggiornamenti specifici per questa gara, a causa di alcuni problemi di affidabilità mostrati durante le prove al banco, ha sicuramente destabilizzato non poco l’animo del pilota inglese. Inoltre, il team tedesco ha dovuto, sin dall’inizio, gestire il problema gomme, dato che la W09 poco gradisce la mescola hyper-soft: proprio per questo motivo il pilota inglese ha deciso di portare solo cinque set di questa mescola. Scelta alquanto discutibile e sicuramente non in linea con quanto fatto dagli altri top team, dato che l’inglese ha portato lo stesso numero di set per la gomma ultra-soft, certamente più idonea per la W09, ma sicuramente poco utile per l’intero week-end di gara in queste quantità. Non a caso i problemi alle gomme per Hamilton si sono manifestati puntuali in gara, che hanno costretto il pilota anglo-caraibico a rientrare precocemente ai box per montare gomma super-soft, mentre il compagno di squadra, con la stessa mescola, è riuscito a coprire una distanza molto più lunga (quasi tre volte più grande), con un passo gara nettamente migliore. Ciò nonostante, nemmeno con la mescola con la banda rossa Hamilton è stato in grado di essere così competitivo come ci si poteva aspettare: nonostante Ricciardo, che lo precedeva, manifestasse problemi di potenza alla power unit Renault, Hamilton non ha mai avuto la velocità per poterlo sopravanzare sia dal punto di vista del ritmo, il distacco oscillava sempre tra il secondo e il secondo mezzo, sia dal punto di vista motoristico, con velocità di punta lontane da quelle necessarie per poter sferrare un attacco deciso. Infine, altro aspetto da non trascurare è lo stato d’animo con il quale il pilota inglese gestisce i momenti di difficoltà e, soprattutto, aspetto ancora più importante è quello relativo al fatto che se tutto non va per il verso giusto, Hamilton sembra perdere di grinta e cattiveria agonistica che lo porta a diventare quasi un pilota normale; normale che lui, come la storia insegna, non è. Diverse volte, infatti, durante la gara chiedeva al proprio ingegnere se la strategia utilizzata fosse stata la migliore, domando a più riprese il perché di non aver allungato un po’ di più il primo stint, la qual cosa gli avrebbe, forse, permesso di difendere la posizione su Daniel Ricciardo. Al momento, quindi, se Lewis sembra aver perso qualche certezza che sembrava aver trovato negli ultimi Gran Premi, di sicuro quello che ha al momento perso e la leadership della classifica piloti, adesso guidata da Sebastian Vettel con un punto di vantaggio proprio sull’inglese della Mercedes. Per questo motivo diventeranno fondamentali i prossimi appuntamenti per capire chi tra i due piloti e tra le due scuderie sarà in grado di dare l’allungo decisivo in vista della sosta estiva di fine luglio. Tra due settimane la F1 ritorna in Europa e precisamente in Francia, sul circuito Paul Ricard, dove, con molta probabilità, ritornerà la discussione sula riduzione di 0,4 mm del battistrada per ridurre i fenomeni di graining che in maniera vistosa si sono manifestati durante i test: piccola riduzione che sembra aver agevolato molto la Mercedes che, proprio nell’unico appuntamento in cui la Pirelli ha apportato questo cambiamento, ha conosciuto il suo miglior fine settimana e la Ferrari il suo peggiore. Non resta che aspettare e vedere chi tra i due contendenti, senza trascurare Ricciardo e la Red Bull, sarà in grado di conquistare la vetta della classifica mondiale.

Francesco Saverio Falco

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