La Mercedes ha fatto bottino pieno anche quest’anno, sono tanti i tifosi delusi, che si aspettavano, quanto meno, di godere ancora di gare combattute in pista, invece gli ultimi appuntamenti si preannunciano senza mordente.

La domanda più ricorrente è se il mondiale lo abbia vinto la Mercedes o se invece lo abbia perso la Ferrari, credetemi, non è affatto facile rispondere a questa domanda, perché sono fermamente convinto che nessuna delle due affermazioni sia vicina alla realtà, sebbene le deifallance Ferrari in territorio asiatico suggerirebbe che la seconda ipotesi sia quella più plausibile.

In effetti la crisi di affidabilità, sebbene non si possa proprio definire tale, visto che non si tratta di componenti vitali ma di dettagli, ha determinato due stop fondamentali per la corsa iridata, tuttavia sono convinto che essi siano dovuti alla necessità di cercare di mantenere il passo con i rivali; stesso discorso vale per gli atteggiamenti avuti in pista da Sebastian Vettel, reo di essere troppo impulsivo in tante occasioni. Tuttavia, anche in questo caso, credo che l’asso tedesco, consapevole dei limiti della vettura, abbia solo voluto dare il massimo, nel tentativo di compensare gli aspetti deficitari.

Inutile dire che la Ferrari abbia stupito, infatti nessuno si aspettava la rossa così competitiva, ma non è stato solo l’impatto iniziale a meravigliare, quanto il fatto che dopo anni, finalmente si è visto il reale apporto degli aggiornamenti portati in pista, per contro, la Mercedes ha portato un solo grande upgrade, ma poi non è stata certo al livello della Ferrari ed altrettanto dicasi per la Red Bull, che, fra l’altro, ha “copiato” alcune delle soluzioni Ferrari.

Prima ho scritto che gli stop della Ferrari sono stati determinati dalla necessità di mantenere il passo con i rivali, eppure il ritmo degli aggiornamenti Mercedes, non era allo stesso livello di quelli Ferrari, quindi da dove nasceva questa necessità?

Ormai credo che tutti abbiate capito dove voglio arrivare, quindi è perfettamente inutile girarci intorno:

La necessità di sfornare continui aggiornamenti, a mio avviso, è stata dettata dall’atteggiamento della Federazione che dopo le dimissioni di Marcin Budkowsky, ha posto in essere una vera e propria opera distruttiva di quanto faticosamente costruito dal tecnico dimissionario, che, occorre dirlo, ha cercato di dare dei chiari punti di riferimento normativi per il futuro, prima chiarendo fin quanto era lecito spingersi con le sospensioni e poi con il proprio contributo nel chiarire fin quanto fosse lecito utilizzare l’olio fornendo anche una chiara anticipazione di come sarebbe stato modificato il regolamento in vista del 2018.

In effetti, le maggiori accelerazioni sul fronte degli upgrade da parte della Ferrari, si sono viste proprio dal Gran Premio d’Italia, quando, in barba a quanto stabilito da M. Budkowsky, è stato consentito alla Mercedes di utilizzare un quantitativo di olio superiore a quello di tutti gli altri team ed in effetti, il risultato per i motorizzati Mercedes, in pista si è visto, perché il team ufficiale è il solo che è riuscito ad utilizzare la mappatura più spinta per un tempo maggiore, tutti gli altri riescono solo ad avere delle ottime prestazioni in qualifica, per ritornare più consoni ai propri standard in gara.

La stessa cosa si è verificata sul fronte delle sospensioni, inspiegabilmente la Red Bull di Verstappen danza virtuosamente sui cordoli e nessuno può eguagliarla ed allo stesso modo in rettilineo si abbassa paurosamente il retrotreno, tanto da raggiungere delle velocità di punta di tutto rispetto, ma la situazione è stata ampiamente descritta dal collega Marco Asfalto:

https://www.newsf1.it/red-bull-ancora-sospensioni-sospette13860/

Lo stesso Ricciardo in una intervista in Malesia aveva confessato che Max Verstappen stava utilizzando un “setup diverso sulle sospensioni” ed ora rileggendo l’articolo del collega, con un sorriso mi chiedo se il pilota australiano non stia pagando per la sua sincerità.

Sulla questione dell’olio, ne abbiamo parlato tantissimo e la divulgazione delle norme 2018, hanno chiarito, indirettamente, anche come Mercedes e Ferrari hanno utilizzato il lubrificante per accrescere le prestazioni della power unit e viste le fumate bianche all’accensione, ho notato come anche la Renault ora abbia iniziato a sfruttare tale escamotage, eppure a che pro, visto che per il 2018 il consumo ammesso di olio sarà estremamente più basso?

Un’altra cosa che mi ha colpito in modo particolare è stato il fatto che su Sky abbiano dato molto, forse troppo rilievo, alla questione sospensioni di Max Verstappen, con tanto di slow motion sui cordoli per dimostrare i loro assunti e di animazione video di Fabiano Vandoni su come funzionerebbe la presunta sospensione illegale, spiegando, con tanto di dettagli tecnici (non è dato sapere da quali fonti siano pervenuti), il ruolo del terzo elemento idraulico che varierebbe l’altezza da terra della monoposto, tutti elementi in netto contrasto ai famosi cinque punti che aveva individuato l’allora tecnico FIA Marcin Budkowsky.

Ma allora se la situazione è talmente chiara, perché la FIA non interviene?

Per dare una unica risposta ad entrambe le domande, sembrerebbe quasi che la FIA, per il 2018, avrebbe tutta l’intenzione di fare un passo indietro consentendo sia l’utilizzo dell’olio per incrementare le prestazioni e sia l’utilizzo di sospensioni pseudo-attive, tanto più che dalle indiscrezioni che sono circolate, sembrerebbe che la Ferrari abbia inoltrato alla FIA una nuova richiesta di chiarimenti tecnici sull’uso delle sospensioni, una richiesta che allo stato, sarebbe ancora priva di risposta.

Domani, a Parigi, saranno presentati i piani per la formula 1 del futuro ed il Presidente della Ferrari ha già illustrato la sua posizione:

“Ci saranno una serie di riunioni da qui alla fine dell’anno per discutere sui motori del futuro. Ho ricordato la nostra posizione, ovvero che la conoscenza e la tradizione tecnica della Ferrari non può essere annullata dall’obiettivo di ridurre i costi. Io sono il primo a riconoscere che stiamo spendendo troppo, ma non possiamo intervenire togliendo quello che è il dna della Ferrari e della Formula 1. E’ un discorso delicato, e vi anticipo che molto probabilmente ci sarà da litigare”

La mia impressione è quella che si voglia standardizzare la componente motoristica snaturando la funzione dei costruttori, una ipotesi che, chiaramente non va negli interessi dei team che hanno contribuito a fondare la categoria, sia per questioni economiche e sia perché in questo modo si esalterebbe solo il valore commerciale della formula 1 a discapito dei valori sportivi e storicamente influenti di talune scuderie.

Alla riunione saranno presenti i rappresentanti delle squadre, della FIA e di Liberty Media, lo scopo ufficiale della riunione, è quello di chiarire le linee guida per la formula 1 del futuro e come ha anticipato il presidente Marchionne, molto probabilmente ci sarà da litigare, ma, dal mio modo di vedere, più che trovare un punto di accordo sul futuro, si dovrà prima chiarire dove siano le responsabilità del fallimento precedente perché, anche modificando tutto il regolamento sportivo, ma lasciando inalterata l’autonomia dell’organo di autogoverno, ci sarà sempre chi verrà favorito e ci sarà sempre il Budkowsky di turno che ne farà le spese, nonostante l’impegno profuso a dare una chiara interpretazione alle norme.

Premesso questo, appare quasi evidente che la FIA sia rimasta inoperosa in questo scorcio di campionato favorendo il ritorno immeritato della Mercedes e della Red Bull, in una sorta di balance of performance i cui beneficiari sono stati decisi a tavolino in virtù di logiche di palazzo che rimarranno sempre occulte fin quando la Federazione resterà criptica e unica detentrice di dati sensibili, un esempio per tutti: alzi la mano chi ha avuto modo di conoscere i dati relativi ai consumi di carburante, che si ricorda, inizialmente dovevano essere pubblici.

Sono convinto che domani sarà solo l’inizio di una lunga diatriba tutt’altro che una resa dei conti.

Max Leon

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