A meno di una settimana dall’inizio del campionato di Formula 1, 2019, sui vari siti di motorsport riecheggia il monito del presidente onorario Bernie Ecclestone, che guarda già con apprensione al 2021.

Nel mirino di Ecclestone c’è la nuova gestione del circus, Liberty Media, ed in particolare la loro strategia attendista nel definire la Formula 1 che verrà: “Più a lungo si aspetta e maggiore sarà il rischio che alcuni team possano guardare altrove, come per esempio la Mercedes che potrebbe aver scelto di entrare in Formula E perché trova queste gare più affini con il mercato automobilistico. E anche la Red Bull non ha bisogno della Formula 1, ricevendo tante attenzioni in tutte le loro manifestazioni. Un addio ai Gp non avrebbe effetti dannosi per il marchioLa Ferrari? Tutti dicono che non si fermerà mai, ma il loro brand è così forte da essere quasi indistruttibile e potrebbe fare qualcosa di completamente diverso nel motorsportPiù si aspetta e peggio sarà, sia per le squadre che per Liberty Media. Per quanto ne so, la cosa importante non è ancora stata detta, ovvero: ‘Vi paghiamo tanto, noi vogliamo uno spettacolo migliore e siamo pronti a pagarvi un importo X’. Se fossi un azionista della F1, dormirei meglio sapendo che tutte queste discussioni sono state spazzate via per i prossimi cinque anni. Così starebbero tutti meglio, dai team ai promotori delle gare e tutti potrebbero continuare a lavorare in pace”.

Le ultime notizie riguardo alle regole 2021 furono presentate a settembre 2018, quando Ross Brawn svelò un concept car 2021 delle linee avveniristiche (e molto simile ad un’attuale monoposto di Formula E) con le intenzioni di proseguire con la politica volta alla riduzione dei costi, all’uniformazione di più componenti delle monoposto (fornitura unica della scatola del cambio, ecc..) e alla semplificazione delle Power Unit. Una sorta di “disinvestimento” per i maggiori fornitori come Ferrari e Mercedes –ma anche Renault ed Honda- che hanno contribuito moltissimo allo sviluppo dell’attuale tecnologia turbo-ibrida. In controtendenza a questa politica si schiera la Formula E, che persegue a spron battuto l’obiettivo di attirare sempre più marchi attraverso una strategia di “liberalizzazione”, la quale porterà, nei prossimi anni, alla possibilità di realizzare autonomamente anche le batterie delle monoposto elettriche. Una prospettiva appetibile, questa della Formula E, perché in essa potranno riversarsi numerosi e prestigiosi player nel mercato automotive che realizzano auto elettriche di serie o che ne hanno varato la progettazione (come Mercedes e Ferrari, appunto).

 

A fronte degli investimenti ingenti e la mole di know-how acquisita in ambito elettrico dai costruttori di F1 da un lato, e l’incombere di un mercato di auto di serie full-electric (anche delle supercar) dall’altro… l’ipotesi di un approdo di Ferrari e Mercedes in Formula E a discapito della Formula 1 sembra più che una semplice suggestione dell’ex patron della serie regina del motorsport su quattro ruote.

Vinicio Di Iorio

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