NewSe la Mercedes vince il Gran Premio del Messico con una doppietta che ormai non fa più notizia, la protagonista di giornata è la Ferrari. Succede tutto e il contrario di tutto. Vettel sale e scende dal podio come in un carosello: giù, sù e di nuovo giù. In gara si svolge solo la metà dell’azione, il resto lo fanno i commissari. Dietro a Hamilton e Rosberg i veri protagonisti del film sono Vettel, Verstappen e Ricciardo. Succede tutto negli ultimi tre giri del Gran Premio: Sebastian è più veloce e attacca Max, che pressato va lungo e taglia la curva rientrando senza cedere la posizione, come peraltro comunicatogli per radio dal proprio muretto. Vettel furibondo si produce in commenti non esattamente lusinghieri nei confronti del collega prima e di Charlie Withing poi. Rallentato da Verstappen Vettel è inoltre costretto a difendersi da Ricciardo che gli arriva alle spalle con gomme più performanti. Daniel attacca, Seb risponde e qui si apre la doppia protesta di giornata.

Da un lato la Ferrari chiede una sanzione per Verstappen, che chiude terzo ma sul podio non ci va, perchè becca 5 secondi di penalità appena dopo la bandiera a scacchi; dall’altro la Red Bull, che protesta contro la Ferrari per la difesa di Vettel su Ricciardo. Sul podio fisicamente ci sale il tedesco della Ferrari, che però ne viene scalzato dopo un paio d’ore dalla decisione della FIA. 10 secondi sul tempo finale la penalità comminata, e la classifica stravolta. Sul podio ormai virtuale sale così Ricciardo, Verstappen è quarto, Vettel addirittura quinto. La decisione degli steward è basata sull’analisi delle immagini e della telemetria ha rilevato come effettivamente la Ferrari di Vettel abbia cambiato direzione durante la frenata per difendersi.

In questo complicato intrigo di proteste quel che è certo è che le reazioni della Ferrari sono state veementi, sia nei confronti della Fia che nelle dichiarazioni dei protagonisti. Il commento giunge a stretto giro da Maurizio Arrivabene: “Oggi meritavamo il podio al 100%, tutta la squadra ha dimostrato grande valore e i piloti hanno fatto un ottimo lavoro, purtroppo il risultato ci è stato tolto con la burocrazia da una decisione che reputo troppo pesante e per certi versi ingiusta”. La decisione dei commissari, che lascia di stucco sia per l’entità della sanzione, che per lo stravolgimento che porta alla classifica finale della corsa, nasce dalla regola introdotta dal Gran Premio degli Stati Uniti e che vieta espressamente i cambi di traiettoria in frenata. Il primo a incapparci è proprio Vettel, ma anche altre sono state le situazioni che avrebbero meritato maggiore attenzione e forse un esito diverso da parte del lavoro dei commissari.

Nel caos post gara finisce per passare in secondo piano la gara della Ferrari, capace di mettere in pista una buona strategia e passo gara veloce, più rapido della Red Bull per gran parte della gara. Vettel completa un primo stint di gara lunghissimo, ben 32 giri con le gomme soft, per poi passare alle medie. Raikkonen invece, che chiude sesto una gara con due soste sulla falsariga di Vettel.

Il risultato del Gran Premio, determinato in maniera così rocambolesca, con una decisione peraltro inappellabile animerà, ne siamo certi, le discussioni sulla via del Brasile tra due settimane.

di Stefano De Nicolo’  (@stefanodenicolo)

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