Come si costruisce un mito, da dove viene quello spirito indomito che permette ad un Uomo di conquistare l’immortalità attraverso le sue imprese, da dove arriva il talento Umano e quale è quella fiamma che alimenta l’ardore e la passione? Sono domande che spesso mi attraversano la mente quando penso alle grandi figure della storia, non ho una risposta purtroppo, qualcuno penserà che è la stessa natura Umana ad essere così varia da produrre menti geniali ma questo ridurrebbe tutto ad un semplice calcolo matematico; c’è dell’altro in realtà e non potrebbe essere altrimenti; è forse qualcosa che riguarda la nostra anima e la nostra origine spirituale, non ci può essere altro motivo se alcuni Uomini riescono col lavoro, con una furia quasi cieca e una determinazione sovrumana, a costruire e realizzare un sogno.

Vivere ogni giorno in uno stato di grazia tale da essere così illuminati da poter vedere la meta, che in fondo è lì che aspetta di essere raggiunta; è forse questa la visione che hanno questi Uomini, loro sentono e sanno di potercela fare, riescono a toccare e sentire il sogno avverarsi e probabilmente nella passione dei loro gesti, neppure si accorgono di lasciare un segno indelebile nell’eternità…

E’ quanto ha realizzato Enzo Ferrari nella sua vita e queste poche righe d’inchiostro di certo non basteranno a rendere il giusto omaggio a colui che è riuscito a costruire il Mito dell’automobilismo, il valore assoluto di un’anima che è diventata nel tempo il Marchio più amato ed ammirato del globo e lo ha fatto regalando alle platee delle emozioni, perché quello stesso sentimento del suo Fondatore, quella capacità di accendere i cuori traspariva e veniva trasmessa anche dalle sue vetture, quasi possedessero un’anima; è così che le Rosse sono diventate oggetto di culto e di un’ammirazione quasi religiosa.

Foto Wikipedia

Fu Mercoledì 12 Marzo 1947 che Enzo Ferrari collaudò per la prima volta la sua creatura, il prototipo della 125 S, guidò la macchina per le campagne Emiliane sfrecciando sulle strade sterrate alzando nuvole di polvere, possiamo solo immaginare lo stupore, ma neanche tanto visto quanto era conosciuto Ferrari, dei contadini che sentirono il rombo del 12 cilindri precedere una lunga scia di pulviscolo; era l’inizio della Leggenda e chissà quanti non si resero conto che quel mercoledì, uno come tanti altri in un’Italia messa in ginocchio dalla guerra, sarebbe diventato un giorno speciale, una data che oggi, a 70 anni di distanza, viene celebrata in maniera quasi devota da tutti i sostenitori ed appassionati della Rossa. Quel giorno Enzo Ferrari si mise al volante indossando giacca e cravatta, era un giorno importante e andava vissuto in modo cerimoniale nonostante la 125 S non avesse neppure il cofano motore. Il resto è una Storia fatta di sacrifici, di vittorie e di sconfitte, di decisioni drastiche, di gioie e di dolori, ma sempre di un immenso amore per i motori e per la competizione, arrivata e tramandata fino ai giorni nostri da chi ha preso il posto del Drake dopo la sua scomparsa avvenuta il 14 Agosto del 1988.

Rosso è il colore della Ferrari, il colore del fuoco e della passione ed oggi tanti cuori si accenderanno di desiderio, il desiderio di guidarla, di possederla e di vederla vincere…

Marco Asfalto

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