“Una versione estrema di Montecarlo”: è così che gli ingegneri si approcciano al circuito di Marina Bay, un circuito cittadino disegnato da Tilke, un amante delle curve a 90° che abbondano nel tracciato, angusto e con poche possibilità di sorpasso. La velocità di punta addirittura supera a malapena i 300 km/h. Il setup richiesto è quello di massimo carico e vediamo quindi miriadi di alette che spuntano sulle vetture.

Ferrari, oltre ad un’ala caratterizzata da quattro setti e flap di grandi dimensioni, con una bandella laterale molto complessa, porta una nuova bandella dell’ala posteriore, con due frange quasi verticali che mettono in comunicazione l’aria esterna all’ala con quella sotto di essa, per aumentare la deportanza;
Haas presenta una parte anteriore del fondo che è una vera cattedrale in carbonio, un intreccio folle di alette che spuntano su altre ali, con una complessità tale che, al primo impatto, probabilmente vedremmo aereodinamici e progettisti in lacrime.

Haas singapore foto by Albert Fabrega Twitter @AlbertFabrega

La Force India fa qualcosa di simile, con tre serie di pettini che guidano i flussi al lato dell’abitacolo e sotto il fondo, con il coltello anteriore che va ad agganciarsi sul telaio, forse per migliorare la rigidezza strutturale del tutto.

Singapore foto by Albert Fabrega Twitter @AlbertFabrega


Nuovo capitolo nella guerra tra Ferrari e Fia per le immagini dai box: vietato lo straccio a copertura della telecamera, il Cavallino presenta un sistema di raffreddamento con condotti realizzati in stampante 3D che, con un condotto che va a rinfrescare la termocamera privata, blocca in parte la visuale della telecamera Fia: i settagi del volante sono al sicuro, impedendo così agli avversari di capire le mappature attive o caricate dal team nei box
Singapore foto by Albert Fabrega Twitter @AlbertFabrega

di @WernerJrQuevedo

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto