Kimi Raikkonen, protagonista della consueta conferenza stampa del giovedì a Singapore, ha rivelato come la decisione di lasciare la Ferrari sia stata opera dello stesso team italiano e la scelta di passare nel team dove aveva iniziato la sua carriera in F1, è stata legittima poiché il finlandese ha ancora la voglia di correre.

Nella conferenza stampa che apre il weekend di Singapore, il protagonista non poteva che essere Kimi Raikkonen. Il finlandese, dopo essere stato “appiedato” dalla Ferrari per far spazio alla giovane promessa chiamata Charles Leclerc, qualche giorno fa, sembrava dovesse appendere il casco al chiodo come accadrà a Fernando Alonso al termine della stagione. Ciò non avverrà visto che il finnico ha trovato posto per i prossimi due anni nella scuderia che lo portò al debutto in Formula 1: la Sauber.

Kimi ha ribadito più volte come la sua voglia di correre nella massima formula sia ancora alta e la possibilità di concludere la carriera nello stesso team che lo aveva lanciato è un idea affascinante.

Commentando la vicenda con i media presenti oggi in conferenza stampa, Raikkonen ha voluto precisare come la scelta di dire addio alla Ferrari non sia stata chiaramente una scelta sua e che tale decisione, da parte del team, gli è stata comunicata “solamente” a Monza, due settimane fa.

“Quello che è successo è già stato detto, quindi non serve aggiungere altro, ma non è stata una decisione che ho preso io. Quello che è scaturito non è dipeso dalla mia decisione, però l’esito è stato quello che avete visto. Per lo meno c’è stato un esito. L’ho saputo a Monza. Conosco delle persone che lavorano alla Sauber dalle mie esperienze passate e in sostanza abbiamo iniziato a parlare da quel momento”.

Sulle motivazioni che hanno spinto il finnico a trasferirsi nella scuderia elvetica, lo stesso “Iceman” ha detto,a suo conosciutissimo modo: “Perché no? Perché ho voluto farlo! Perché stai cercando di rendere la cosa così complicata! Non ne so più di voi riguardo a quelle che saranno le prestazioni dei vari team l’anno prossimo, nessuno può saperlo. Chiaramente si può ipotizzare, ma dovremo aspettare di vedere cosa si potrà fare. Ho i miei motivi per questa scelta e sono sufficienti per me, non ho bisogno di sentire quello che pensano gli altri e non mi interessa”.

Nel 2019, Kimi ritornerà nella scuderia che, quando era ancora un ragazzino, lo aveva lanciato in F1. Sembra una qualcosa che fosse destinato ad accadere, ma Kimi non si aspettava potesse avvenire un ritorno in Sauber ma la possibilità di terminare la sua carriera proprio nella sua prima scuderia non è un ipotesi tanto lontana dalla realtà, anzi… 

In realtà non è una cosa a cui io abbia sempre pensato, anche perché non si può mai sapere quello che accadrà. Ora c’è stata questa opportunità e non direi che ci fosse stato un piano a lungo termine. Andrà così perché si è presentata l’occasione. C’è la possibilità di terminare la carriera in Sauber? Direi di sì, la possibilità è molto alta. Non sono molto interessato ai numeri e all’età. Faccio semplicemente quello che ritengo sia giusto per me. Vedremo cosa accadrà in futuro, l’importante è che io rimanga in salute. Mi fermerò e smetterò quando sentirò che è la cosa giusta per me, non ho bisogno di farlo se non me la sento”.

Negli ultimi giorni si è vociferato di un possibile ruolo di dirigente per Raikkonen, all’interno del team elvetico nei prossimi due anni: con il probabile addio di Marcuss Ericcson al termine della stagione ci sarà anche la possibilità di mettere al volante della “ferrarina” un certo Antonio Giovinazzi e la presenza di Raikkonen  potrebbe dare stabilità al team, sopratutto su lato economico. Sulla questione, Kimi è rimasto molto abbottonato.

“Ci sono tante discussioni, ma io ho firmato un contratto da pilota e sono interessato a svolgere questo ruolo. Chissà cosa potrà accadere tra due anni o quando avrò finito la mia carriera da pilota? Non lo so, non ne ho idea, ci sono sempre delle congetture, ma al momento non ne ho idea”.

In questi giorni, Toto Wolff, il boss del team Mercedes, aveva risollevato l’ipotesi, nel prossimo futuro, di schierare tre monoposto sulla griglia. Ecco il pensiero di Kimi: “A livello teorico sarebbe bello vedere più macchine in pista, però non so sarebbe una delle cose che si possono cambiare in Formula 1, perché sarebbe piuttosto complicato da mettere in atto“.

Ora il finlandese ha ancora 7 gare da disputare con i colori della Ferrari e vista la situazione in classifica piloti, è stato chiesto ad Iceman se farà da supporto a Sebastian Vettel per la conquista del Mondiale, oltre che dare man forte per conquistare quel mondiale costruttori, che manca alla Ferrari da esattamente 10 anni.

“Io posso guidare solo una macchina ovviamente. Si parla sempre tanto di questa cosa, se posso aiutare o meno, però è sempre facile parlare da fuori e dire quello che può succedere in teoria. In pratica è sempre molto più difficile fare le cose giuste. Vedremo cosa accadrà in gara, se saremo vicini. Ovviamente conosciamo le nostre regole interne e sono piuttosto semplici”. ha concluso il driver di Espoo.

Giuly Bellani 

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