I musi bassi influenzeranno l’aerodinamica anteriore delle F1
Come potrebbe centrare con la formula 1?
In effetti è una buona domanda, e fino ad ora, per esempio sull’alettone frontale delle vetture probabilmente non era molto sentito questo fenomeno. Del resto siamo stati abituai fino al 2013, a musi molto alti e distanti dalle estremità degli alettoni, ed oltretutto con spessori molto ridotti. Con il 2014, poi, abbiamo visto l’abbassamento di questi, ma per pochissime vetture, mentre altre, con l’inserimento di una sporgenza molto bassa e molto sottile, non penso pagassero troppi svantaggi per l’inserimento di un elemento che potesse generare effetti di accoppiamento.
Le regole, però, ora sono cambiate e l’elemento disturbante potrebbe avvicinarsi di molto, e molto più allargato, alle estremità degli alettoni frontali.
Giusto per dare un dato che indichi quanto la perturbazione possa disturbare vi dico quanto è il suo valore di espansione trasversale per una vettura che sta viaggiando a 200kmh, ovvero a 55m/s.
Sappiamo che la velocità del suono a livello del suolo vale 340m/s.
Questo significa che un allargamento del flusso, magari per superare un ostacolo, perturba tutte le linee di corrente affiancate in un certo raggio. Se per superare un ostacolo, il flusso deve scorrere di 20cm nel senso di marcia, la sua deformazione perturba le linee di correnti in un raggio di 1,2m!!
Comprenderebbe certamente l’intera ala.
Chiaramente le forme sono tali da spostare il flusso verso l’alto e il basso più che verso il lato, ma potrebbe essere che comunque elementi come le estremità alari potrebbero venire disturbate e non lavorare in modo corretto, se mantenessero la loro forma attuale.
Sembra un particolare di poco conto, ma credo che una estremità poco efficiente potrebbe comunque fare perdere qualche chilo di deportanza a tali velocità, se non correttamente dimensionato.
Ipotizzo quindi che una certa quantità di modifiche potrebbero avvenire in tale zone per riadattare gli accoppiamenti aerodinamici che si creerebbero.
Articolo dell’Ing. Aimar Alberto SITO:
AIMARALBERTO.WIX.COM/AEROSPACE-WORLD
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