Hamilton vince meritatamente il GP della Cina passeggiando fino all’arrivo, un refrain già visto molte volte in questi ultimi anni, ma gli interrogativi riguardano da vicino la Rossa che sta peccando come rendimento e come strategia danneggiando il giovane pilota Monegasco il quale poteva esser terzo in classifica generale…

VETTEL HA BISOGNO DEI TEAM ORDER PER PASSARE IN VANTAGGIO NELLA CLASSIFICA E SUL PODIO FA IL SEGNO DELLA VITTORIA…

In Cina va in scena la tattica meno brillante degli ultimi anni di casa Ferrari la quale forse non è abituata a fare quel gioco di squadra che serve a rallentare gli avversari; Leclerc è stato così sacrificato nella vana speranza di far avvicinare Vettel a Bottas cosa che sarebbe stata comunque impossibile visti i tempi sul giro del Finlandese; la strategia adottata è stata però utile al Tedesco per ritrovarsi davanti al giovane compagno di squadra e l’obiettivo Mercedes sembra esser stato il mezzo con cui si è consumato l’ennesimo ordine di scuderia ai danni di Leclerc. Detto questo andiamo a dare un’occhiata ai tempi del primo stint che ci potranno dare un’idea più chiara di quanto accaduto

Leclerc passa Vettel in partenza con una traiettoria interna alla prima curva e in quel momento Vettel inizia a pressare il pilota rivale; il suo distacco dal passaggio n. 3 al n. 9 è sempre intorno ai 7-8 decimi; gli viene chiesto alla radio se è più veloce e lui risponde in modo affermativo, parte in quel momento l’ordine a Leclerc, deve far passare il Tedesco perché più rapido di lui.

Da notare che l’incremento del GAP del Monegasco rispetto a Bottas è stato di 1.108 sec. in quella porzione di giri; nel momento del sorpasso Leclerc perde tantissimo per agevolare Vettel (il cerchio giallo del grafico) così Sebastian inizia inseguire Bottas ma fallisce clamorosamente perché l’incremento del GAP dal passaggio n.11 al 17 diventa di ben 3.362 sec.

Nel grafico è facile verificare come il giovane pilota Ferrari sia, in alcuni passaggi (13-15), più veloce del suo compagno di squadra. Il degrado delle gomme e quindi delle prestazioni sembra lineare nelle due Ferrari mentre Bottas appare in controllo, infatti dal passaggio 12 al 17 ha un andamento piuttosto costante nei tempi.

Si decide poi di fare ‘SEPPUKU’nel modo più clamoroso ed è così che Leclerc viene lasciato in pista per altri 4 giri, Vettel infatti si ferma al giro 18 mentre il Monegasco al passaggio n.22, in queste 4 tornate perde moltissimo e si distanzia dal Tedesco in maniera molto importante infatti il GAP al passaggio n.25 tra i due è di ben 13.382 sec. tale ‘strategia’ si ripete nel momento del secondo cambio gomme, il giovane Charles viene lasciato in pista per ‘ostacolare’ Bottas, al giro 37, dopo il pit stop di quest’ultimo, gli è infatti davanti ma è lentissimo e viene risucchiato inevitabilmente indietro, cambierà poi le gomme al passaggio n.42. perdendo anche la posizione su Verstappen.

NOTA POSITIVA FERRARI, IL GIRO DI ATTACCO

Una cosa che forse è passata inosservata riguarda la vera potenzialità della Ferrari sul giro di attacco, infatti Vettel dopo entrambi i cambi gomme realizza immediatamente dei passaggi molto buoni, nel 1° passa dal 1:39.790 (17°) al 1:36.998 (20°) nella seconda fermata passa da 1:37.543 (34°) a 1:34.836 che è anche il suo best time, in entrambi i casi alza subito i tempi forse per i problemi di affidabilità che stanno condizionando le prestazioni della Rossa.

LA SF90 NON USA BENE LE GOMME

Il GAP di Leclerc nei confronti di Vettel dopo il sorpasso si mantiene intorno al valore medio di 1,2 secondi tuttavia in questo breve confronto (laps 3-17) le Ferrari allungano molto i tempi, il Tedesco di circa 1.1 sec. e il Monegasco di circa 1.3 sec. mentre Bottas di circa 6 decimi. C’è da chiedersi cosa non vada in questa vettura a prescindere dai presunti problemi alla centralina o alla Power Unit, il punto è che anche l’aerodinamica appare soffrire e non essere adatta alle nuove regole. Se tutto il lavoro è stato improntato sul propulsore senza curare bene gli altri aspetti della monoposto si avrà sempre uno squilibrio e l’interrogativo più intricato riguarda la concezione dell’ala anteriore che modifica tutti i flussi della vettura, soprattutto quelli provocati dalle ruote anteriori che sono il vero dilemma di tutti i progettisti di F1.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda gli aggiornamenti di questa macchina in quanto potrebbe rivelarsi ‘plafonata’ più avanti nel tempo, questo concetto, se non adeguatamente sviluppato e soprattutto affinato; può rivelarsi un boomerang nonostante la potenza del motore che dovrebbe tornare ai livelli prefigurati dopo aver risolto i guai di questo inizio campionato.

Quanto può costare l’aver ‘promosso’ Binotto a Team Principal ed averlo sottratto ai laboratori di Maranello? Un motorista come capo del Team è adeguato in questa epoca in cui gli equilibri propulsore-aerodinamica sono così delicati? La sensazione è che si stia perdendo di nuovo la bussola come già accaduto negli ultimi anni e quel ciclo che si dice di voler aprire poteva essere già in mano alla Rossa che è competitiva dal 2017 ma che non riesce mai a trovare il bandolo della matassa; con i piloti innanzitutto, perché chi sbaglia deve pagare e poi con la gestione del personale e la direzione tecnica, insomma i fattori umani più che tecnici sono il vero tallone d’Achille del Team; forse c’era bisogno di un ‘comandante’ che avesse apportato un approccio diverso, qualcuno che potesse vedere bene il quadro generale e non il singolo fattore, del resto sentendo le parole “c’è da lavorare” tornano a mente tutte le occasioni perse degli ultimi 10 anni, ma sembra che gli errori siano sempre gli stessi…

Marco Asfalto

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