Dopo la trionfale cavalcata di Lewis Hamilton a Paul Ricard e la rimonta in grande stile di Vettel, sono sorti molti punti di domanda sul funzionamento della Formula 1 attuale. Proviamo a elencarne un paio in modo esaustivo.

Prima di concentrarci sull’imminente gran premio d’Austria, al Red Bull Ring, è doveroso fare chiarezza su un paio di punti interrogativi che sono sorti dopo la conclusione del Gp francese al Paul Ricard. Ora Lewis Hamilton è nuovamente tornato in testa al mondiale con 14 punti di vantaggio su un Sebastian Vettel “attanagliato” dalle critiche dopo l’incidente che lo ha visto coinvolto insieme a Valtteri Bottas alla partenza del gp francese.

Al termine della gara, molte sono state le critiche rivolte al pilota tedesco, reo di non essere abbastanza lucido in situazioni delicate e di non saper massimizzare il risultato quando non si trova in testa al gran premio.

Il gesto che ha fatto onore a Vettel è l’essersi preso immediatamente la responsabilità dell’accaduto addossandosi ogni colpa. Per quanto questo gesto possa essere visto come un qualcosa di assolutamente scontato, in realtà non è così. Ma i Campioni sanno anche fare questo e cioè assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Ogni pilota ha i suoi pregi e i suoi difetti e sta poi nel pilota stesso correggere le proprie lacune e infatti Vettel sarà sicuramente più agguerrito che mai nel prossimo appuntamento del mondiale in Austria fra 5 giorni.

1. Contatto al via tra Vettel-Bottas: giusta la doppia penalità?

Come si è potuto notare, uno dei momenti chiave della gara francese disputatasi in quel del Paul Ricard è il contatto dopo pochi metri tra Vettel e Bottas con conseguente danneggiamento delle rispettive monoposto. Al termine della gara si sono susseguite molte discussioni sul colpevole del “patatrac” iniziale finendo per puntare il dito proprio su Sebastian Vettel che in seguito al contatto ha subito una penalità (scontata al secondo pit stop) di 5 secondi e il decurtamento di due punti sulla Superlicenza.

 

Il pilota tedesco era scattato molto bene dalla terza casella e prendendo la scia di Hamilton aveva accumulato molta velocità che poi, trovandosi a “sandwich” tra le due Mercedes, non è più riuscito a frenare (con bloccaggio della gomma anteriore sinistra) per una leggero anticipo in frenata di Hamilton dovuto alla diversa traietoria (non ideale) di percorrenza di curva 1.

Si può colpevolizzare Vettel per la mancata “lettura” della situazione che si sarebbe potuta creare (che poi é effettivamete accaduta) ma non per l’irruenza perché in una formula 1 così “piatta” di emozioni serve che i piloti, quanto meno, provino e tentino di regalare anche solo qualche palpitazione ai tifosi con qualche magia al volante. Errare è umano e in questi casi è sempre bello esaltare una bella manovra quando va a buon fine e criticare quando va male: ma il provarci fa sempre parte del DNA di un pilota di F1.

Inoltre troppo spesso ci si lamenta dalla poca aggressività dei piloti nel tentare un sorpasso, troppo spesso restiì anche a causa della limitazione nell’utilizzo della PU e del fattore usura gomme.

Certamente il lato negativo riguarda la perdita di punti nel caso un possibile tentativo di attacco non vada a buon fine (come nel caso sopra citato) e questo in un campionato molto combattuto come quello di quest’anno, alla fine può essere decisivo. Hamilton in partenza ha giocato con malizia, volutamente o non volutamente e il buon Seb ci è cascato. Non è la prima volta che vediamo il pilota inglese fare qualche giochetto ma se Vettel e Ferrari vogliono vincere questo mondiale è di vitale importanza evitare di cadere in simili “trappole”.

Ma il punto sulla questione “contatto Vettel- Bottas” è uno: era necessaria la doppia penalità inflitta al pilota tedesco ? Non era sufficiente averlo penalizzato in gara con i 5 secondi?

Personalmente ritengo che la doppia penalità non abbia molto senso. Solitamente la decurtazione dei punti sulla Superlicenza avviene dopo un atteggiamento recidivo del pilota. In questo caso si tratta di un normale contatto di gara avvenuto in una fase concitata come la partenza dove episodi di contatti sono sempre da preventivare. Nel passato recente molti sono stati i contatti in partenza, sopratutto con Vettel e Verstappen come protagonisti ma di penalizzazioni non se ne sono poi viste comminate dagli Stewards. Ma per quale motivo, in questo caso, è stata ulteriormente data a Vettel un’ulteriore penalità?Perchè azioni come la retromarcia pericolosa di Verstappen a Monte Carlo non sono state sanzionate?

2. Il circuito del Paul Ricard: Promosso o bocciato?

E’ sicuramente positivo che nel calendario di Formula 1 sia presente nuovamente un gran premio in Francia dopo 10 anni di distanza (2008 anche se a Magny Cours) sopratutto da quando i nuovi patron della F1,Liberty Media,stanno in tutti i modi portando il “Circus” sempre più nel continente americano e dove tra una difficoltà economica e l’altra i gp nei circuiti del continente europeo stanno piano piano scomparendo…

La Formula 1 è ritornata al Paul Ricard dopo ben 28 anni, su un tracciato che, un po’ per la sicurezza e un’ po’ perché abbandonato e usato solamente per i test durante l’anno, è stato modificato: è stata aggiunta la chicane che divide in due il rettilineo Mistral prima di arrivare alla famosa curva Signe che si percorre senza toccare il piede del freno. Con l’inserimento di questa chicane, la velocità media di percorrenza della curva che ha reso famoso questo circuito è diminuita ma è rimasto l’unico punto spettacolare del tracciato insieme al resto delle curve del terzo settore.

 

La presenza di ampissime vie di fuga asfaltate non è stata molto apprezzata dagli appassionati: durante la partenza moltissimi piloti hanno approfittato degli ampissimi tratti di asfalto ai lati della pista (conseguenza anche del contatto tra Bottas e Vettel) ma questo fatto non è stato giudicato irregolare da parte della Federazione Internazionale. Chissà se qualcuno avrebbe tagliato così “spudoratamente” nelle vie di fuga se al posto dell’asfalto ci fossero state erba e ghiaia…

Un aspetto positivo di queste ampie  vie di fuga, è che non hanno permesso a Lance Stroll di schiantarsi contro le barriere a qualche giro dalla bandiera a scacchi. Il canadese, a seguito dell’esplosione della sua gomma anteriore sinistra molto usurata, era uscito fuori pista a gran velocità ma la presenza di asfalto “ultragrippato” ha frenato la corsa impazzita della sua Williams.

Altro aspetto negativo del “Circuit du Castellet” è la stretta pitlane. Molte squadre fin dal venerdì, hanno lamentato problemi nel far uscire le monoposto dai rispettivi garage e molte squadre, come la Ferrari, hanno dovuto usare metodi alternativi per poter uscire in sicurezza dal box. Inoltre l’uscita della pitlane “alla cieca” è risultata molto pericolosa, sopratutto durante la gara. E’ stato spiegato come tale sistemazione della pit lane sia stata fatta in questo modo perchè inizialmente il circuito era impiegato solamente per i test e quindi non è stato possibile modificarne il layout.

Un altro e ultimo aspetto è la condizione dell’asfalto del circuito provenzale. Ancor prima che si disputassero le prove libere, è stato notato come in alcuni punti il manto stradale fosse stato “rattoppato” con una speciale resina: questo perché gli addetti ai lavori non avevano il tempo necessario per poter procedere ad un eventuale riasfaltatura.

Quindi questa prima edizione, nella F1 moderna, del gran premio al Paul Ricard è da promuovere o bocciare? A voi la sentenza.

Il “punto non punto” lo voglio dedicare al comportamento irrispettoso di Hamilton e Verstappen al termine della gara. Non tanto in conferenza stampa, dove Max ha voluto dare una “stoccata” ai giornalisti ma nel pre podio discutendo con Hamilton. Se il pilota inglese sappiamo quanto ami far parlare di sé, il giovane olandese ha ben poco da scherzare: fare una ramanzina ad un quattro volte campione del mondo quando tu hai vinto 3 gp non è proprio il caso. Non è solo un discorso di mondiali vinti o di età ma di rispetto.

Una cosa è certa:quanto si rimpiange il vecchio rispetto tra piloti. Quello vero. Senna e Schumacher insegnano.

Giuly Bellani

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