Il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene era presente, insieme al A.d Louis Camilleri al bagno di folla che il popolo ferrarista ha regalato in occasione dell’ultima giornata delle Finali Mondiali all’Autodromo Nazionale di Monza. Se Camilleri non ha dichiarato nulla alla stampa,chi ha parlato è Arrivabene togliendosi qualche sassolino dalla scarpa e caricando l’ambiente ferrarista per il rush finale di stagione.

In occasione della giornata conclusiva delle Finali Mondiali 2018, che quest’anno si sono disputate nel segno del tricolore, all’Autodromo Nazionale di Monza, non potevano mancare personaggi di spicco e in mattinata Maurizio Arrivabene e l’amministratore delegato Camilleri sono arrivati all’Autodromo. I piloti del Cavallino Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen hanno disertato l’evento ed è stato un vero peccato sopratutto per il finlandese che a fine stagione lascerà la propria casacca rossa in mano a Charles Leclerc e questa era un buona occasione per salutare i tifosi della Rossa.

La presenza di Arrivabene a Monza é stata occasione per la stampa per porre alcune domande al TP della Ferrari. In primo luogo ha voluto commentare il grande calore che la marea rossa, presente sul circuito brianzolo, ha regalato a lui e a tutto lo staff del Cavallino, invitandoli a non mollare perché c’è ancora una piccola possibilità di vincere il campionato costruttori (55 punti separano la Ferrari dalla Mercedes) che manca da 10 anni.

“E’ pazzesco il calore dei tifosi, la cosa che mi ha fatto più piacere è stato quando uno di loro per incitarmi mi ha detto ‘non mollare, ci riproveremo l’anno prossimo’. Al suo fianco si è alzato un coro ‘Anno prossimo? Ma c’è ancora il titolo costruttori da vincere! Trasmetterò questo messaggio a Maranello e lo farò anche giovedì a Interlagos a quella parte del team che si trova già in Brasile”.

Nonostante manchino all’ appello ancora 2 Gp al termine della stagione, la quale ha comunque già visto assegnato il titolo piloti ma non quello costruttori, è già tempo di fare i primi bilanci di fine stagione.

 “Era dal 2008 che non si vincevano così tante gare e appunto c’è il Costruttori che è il titolo a cui Enzo Ferrari, ma anche Frank Williams e Ron Dennis, teneva di più. Non lo dico perché abbiamo perso il Mondiale Piloti, ma per un’azienda che produce auto questo titolo è molto importante. Sappiamo che è difficilissimo, perché un ritardo di 55 punti a due Gran Premi dalla fine è un gap importante, ma nelle ultime gare ho visto una squadra molto concentrata e compatta, Sebastian ha guidato alla grande in Messico”.

Il mondiale 2018, come quello 2017, è stato perso con modalità molto simili ma se nel 2017 la “bestia nera” del Cavallino è risultata essere l’affidabilità della PU, nel 2018 sono emersi gli errori umani di pilota e team. Cosa manca quindi per raggiungere Mercedes ma sopratutto per vincere il mondiale?

“L’abitudine a vincere, per loro [Mercedes] centrare una doppietta è la normalità, per noi un evento. Dobbiamo scrollarci di dosso la paura di vincere”.

“È mancata forse la cura dei dettagli, la lezione che abbiamo imparato è che si vince e si perde tutti insieme. Ha commesso degli errori il pilota e seppure in misura minore anche il team”.

Vettel, dopo il Gp di Germania ma sopratutto dopo quanto accaduto a Monza lo scorso settembre ha dovuto passare un momento molto difficile e dopo la brillante prestazione dell’ultima gara in Messico sembra aver nuovamente riacquistato un po’ di fiducia. Arrivabene ha voluto specificare come Sebastian sia un ragazzo molto sensibile e l’episodio allo start del Gp di Monza non lo ha lasciato troppo indifferente, anzi.

“Se con Raikkonen basta parlare chiaro, Vettel invece va abbracciato. Deve sentire affetto. La botta di Monza dove voleva assolutamente vincere è stata dura da riassorbire, ci ha messo un po’ di tempo. E il calendario con le gare in serie di Singapore, Sochi e Suzuka, con tratti lenti dove eravamo inferiori ai rivali, non ci ha aiutato”

Nelle ultime settimane si è parlato molto di possibili battibecchi tra Arrivabene e il direttore tecnico Mattia Binotto,dove pare che i due abbiano idee differenti sul come far crescere il team. Quest’ultimo, secondo le ultime voci circolate, non sarebbe contento della rinnovata fiducia dei vertici Ferrari ad Arrivabene e sarebbe pronto a fare le valige in direzione Renault o Mercedes. Ma oggi Arrivabene ha voluto spegnere sul nascere tutte queste chiacchiere, definendole banali “fake news”.

“Una volta per tutte, certe cose che sono uscite (una cattiva relazione tra i due; n.d.r.) sono delle fake news messe in giro ad arte per destabilizzarci. E che mi rifiuto persino di commentare.Durante questa stagione ci sono stati tanti tentativi di destabilizzazioni, a volte con storie sui piloti, altre sui tecnici. La mia posizione? (sorride) Chiedete all’amministratore delegato Camilleri”.

Riguardo ai cambiamenti in chiave 2019,il manager bresciano ha voluto precisare come nel team non ci saranno cambiamenti significativi se non l’acquisizione di qualche rinforzo in alcune aree di progettazione:

“Se ci saranno rinforzi arriveranno senza nessuna fretta. lo sottolineo, e se ci sarà bisogno di averli. La linea è quella della stabilità, se ci saranno inserimenti non andranno ad intaccare la solidità del gruppo esistente. Una squadra che funziona ha solo bisogno di rinforzi, non di rivoluzioni. Personalmente non ho mai creduto nelle rivoluzioni, ma nelle evoluzioni”.

Mentre riguardo alla possibile sfida tra Sebastian Vettel e la giovane promessa Charles Leclerc ha detto: “Sì, che Charles abbia qualità lo sappiamo da un pezzo. Il primo contratto glielo ho fatto io nel 2016. Deve sfruttare questo anno per imparare, nessuno gli chiederà alcunché, se non di portare la macchina al traguardo. Cerchi di sottrarre i trucchi del mestiere a Vettel”.

Arrivabene ha anche speso qualche parola sulla sfida di fornitura degli pneumatici 2019 tra Pirelli e la new entry Hankook, dicendo la sua a riguardo.

“Oggi il tender è in mano a Fia e Liberty. Stiamo lavorando da tempo con Pirelli, abbiamo avuto fasi positive e momenti difficili, ma anno dopo anno hanno realizzato un prodotto che si è evoluto positivamente. Gettare tutto dalla finestra mi sembra sbagliato, ma detto questo la scelta non la facciamo noi”.

Alla domanda su cosa la Ferrari ha imparato da questo 2018, Maurizio ha sentenziato:

“C’è stato un momento in cui eravamo tutti fenomeni, poi è arrivata una fase in cui si è puntato il dito sul pilota ed infine è seguito un periodo in cui è stata la monoposto a finire nel mirino. Alla fine abbiamo capito ancora di più che si vince e si perde tutti insieme, gli errori ci sono stati, da parte sua (Vettel) e in misura minore da parte della squadra, ma la lezione che abbiamo capito è che non serve puntare il dito su qualcuno”.

“C’è un responsabile della Gestione Sportiva, e sono io. Mi sono arrabbiato una volta (a Suzuka), ma credo che una volta in tre anni e mezzo ci possa anche stare. Quando le cose vanno male sono qui, e l’ho sempre detto, quando invece vanno bene la mia soddisfazione è andare sotto il podio, cantare l’inno, e applaudire. Una volta forse ci salirò anche io sul podio, ma c’è una lunga lista di persone che meritano di andarci prima di me”.

Giuly Bellani

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