La testa sta ancora ronzando. Stiamo tutti smaltendo lentamente la sbornia del Gran Premio della Malesia. Un film diretto sapientemente dal fato con Brawn e soci che anche questa volta hanno visto l’audience aumentare in maniera esponenziale grazie alla Ferrari (che il male alla testa lo deve avere ancora bello forte…). Il cavallino protagonista in assoluto, a dire la verità più nel male che nel bene. Sono passate solo poche ore e i fatti sono ormai noti a tutti. Dobbiamo solo capire se Vettel subirà una penalizzazione per il cambio in Giappone o no. Così anche quest’anno l’aspettativa per la trasferta Nipponica sta salendo alle stelle. Molti i temi di interesse sia tecnici che sportivi. Ferrari, Mercedes, Red Bull… Vettel, Hamilton Verstappen… In Giappone, grazie alla sua allocazione nel calendario, si arriva spesso con grandi aspettative in ottica mondiale.

Che fosse Fuji, come per il celeberrimo GP del 1976, in assoluto primo evento in terra asiatica, con la mitica sfida Lauda Hunt, o Suzuka, con l’aspra battaglia tra Senna e Prost del 1989, il Giappone è spesso stato fonte di momenti forti ed emozionanti. E proprio come fu per il 1989, Suzuka potrebbe riproporci una sfida diretta e serrata tra due campioni in lotta per il titolo. Nel 89, invece che Ferrari e Mercedes, si stavano sfidando tra loro due compagni di squadra. Oggi sarebbe impossibile. Troppi interessi in ballo. La McLaren Honda del 89 (non ce ne voglia Fernando) andava alla grande e Senna e Prost si stavano giocando a suon di sportellate la vittoria finale. Senna, pur arrivando con 11 poles contro 2 di Prost e 6 vittorie contro le 4 del francese, grazie al gioco dei piazzamenti, si ritrovava a rincorrere con 16 punti di svantaggio. Alla fine delle qualifiche, quel lontano 21 ottobre del 89, nuova pole per Senna che che distanziava il rivale diretto di quasi 2 secondi. Un eternità. Le due Mc Laren MP 4/5 partivano di nuovo in prima fila e mi immagino i timori del patron della squadra Ron Dennis. Altro che Ocon e Perez! L’anno precedente, il 1988, aveva visto la supremazia della squadra (15 vittorie su 16 gare) con Senna Campione del mondo che si imponeva, a suon di poles e vittorie, di misura sul compagno Prost. Era il 1989, era la rivincita. Prost era davanti a due gare dalla fine e il brasiliano era costretto a vincere per tenere aperta la lotta per il titolo iridato. Partenza senza grosse emozioni. Prost prendeva la testa seguito da un Ayrton che non voleva perdere ne’ la gara ne’ il mondiale. Alla tornata 46 di 53, Senna tentava il tutto per tutto. Alla chicane prima del rettilineo tentava il sorpasso ma Prost lo chiudeva senza scampo consapevole (probabilmente.. anzi sicuramente) che l’autoscontro li avrebbe messi fuori gioco entrambi con il risultato di non permettere a Senna di raggiungerlo in vetta al mondiale. Autoscontro dicevamo. Prost scendeva dalla monoposto incidentata mentre Senna riusciva a ripartire con l’aiuto dei commissari e a vincere la gara. La beffa. Fu squalificato successivamente (i maligni dicono con l’avvallo dell’allora presidente della FIA il francese Balestre) per avere tagliato la chicane dov’era avvenuto l’incidente. La vittoria fu quindi assegnata al nostro Alessandro Nannini, l’unica nella sua carriera. Prost si ritrovò alla fine del Gran Premio matematicamente campione del mondo per la terza volta. L’incidente tra Prost e Senna e la successiva squalifica del brasiliano crearono uno strascico di polemiche che si trascinò per tutto l’inverno: il ricorso della McLaren fu respinto dalla FIA, che anzi definì Senna “pericoloso per la sicurezza degli altri piloti”, facendo riferimento anche ad altri episodi controversi che avevano visto come protagonista il brasiliano e lo multò di 100.000 $. In seguito a ciò Senna accusò la federazione di aver manipolato l’esito del Campionato, vedendosi così ritirare la superlicenza; la situazione si risolse solo poco prima dell’inizio della stagione successiva. Storie di vita e malavita! Era il 1989. Sono passati 28 anni ma gli ingredienti ci sono ancora tutti. 2 campioni del mondo in battaglia serrata per il titolo con Hamilton, come Prost, in vantaggio ma ancora con la necessità di chiudere la partita. Dietro Vettel, come Senna, che proprio non ci sta. Ha la macchina giusta. Vuole vincere il titolo. Sa cosa vuol dire finire davanti a tutti nel campionato e sa di essere in grado ancora di farlo. Partiranno probabilmente vicini, probabilmente dalla prima fila (cambio di SEB permettendo) tutto come il 1989. E la chicane e’ sempre la’. Ed e’ sempre un ottimo punto per cambiare le sorti di una gara e di una stagione. Corsi e ricorsi. Ne vedremo delle belle …

Carlo Monti.

1 risposta

  1. 312T4

    Buon articolo. Ma “partenza senza troppe emozioni” non e’ corretto. Senna che sentiva la pressione sbaglio’ la partenza e fece pattinare le gomme in prima e secondo marcia dando a Prost il via libera. Ci sono i cameracar su youtube. Prost, che della pola ormai non si preoccupava piu’, aveva preparato la gara benissimo e tenne un ritmo indiavolato, tanto che Senna, che doveva assolutamente vincere, rimase a circa due secondi di distacco per i primi trenta giri. Furono i doppiati ad avvicinare il brasiliano al francese.
    Senna sapeva di dover fare un assalto disperato, e Prost aveva gia’ dichiarato in precedenza che non avrebbe piu’ allargato la porta per far passare Senna come in passato. (vedi Imola, o altre varie “prime curve”).
    Gente con le palle.
    Saluti.

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