Fernando Alonso si prepara a vivere l’ultimo weekend della sua lunga carriera da pilota di Formula 1. Lo spagnolo lascerà il Circus dopo 17 anni di grandi sfide e molte delusioni. Dopo due mondiali vinti con la Renault, Fernando ha sfiorato in almeno altre tre occasioni (2007, 2010 e 2012) l’impresa di riconfermarsi campione del mondo.

“Sono contento con i due titoli, quando avevo 15 anni ed ero un pilota di kart, pensavo che sarei rimasto tutta la vita a correre con i kart – ha confessato Alonso – non avrei mai sognato di correre in Formula 1, meno che mai di conseguire un podio, di vincere un Gran Premio”.

Si dice che la storia la scrivono i vincitori ed in molte stagioni Fernando Alonso è uscito sconfitto, ma nonostante ciò, mai perdente. L’asso di Oviedo ha estratto il massimo potenziale da qualsiasi mezzo su cui sia salito. Avrebbe potuto scrivere una pagina magica della F1, vincendo su tre auto differenti. Nessuno nell’era moderna della Formula 1 si è mai avvicinato a questo traguardo. Domenica ad Abu Dhabi si calerà per l’ultima volta in un abitacolo di una monoposto di Formula 1.

La prossima settimana penso che sarà molto emozionante e speciale, soprattutto il giorno della gara. E’ successo così un po’ dappertutto da quando ho annunciato l’addio: fino alla domenica non sento niente, mi dicono sempre che sarà l’ultima volta in quel circuito, ma tu ti senti tranquillo perché hai la testa alle prove, alle gomme, alla corsa e tutto il resto – ha dichiarato Fernando Alonso – però quando arriva la domenica ti guardi un po’ attorno, sei in attesa del riconoscimento, si esce dai box, fai la gara, ti vesti e lasci il paddock, e guardandoti indietro pensi non tornerai più. Suppongo che Abu Dhabi sarà qualcosa di simile alle ultime settimane, ma moltiplicato per 100 visto che sarà l’ultima volta”.

Inseguendo un mito di nome Graham

Fernando Alonso e la McLaren hanno ufficializzato la loro partecipazione alla prossima edizione della 500 miglia di Indianapolis. Alonso riproverà a centrare il traguardo della Triple Crown del Motorsport. Una rincorsa ad una redenzione, sulle orme di Graham Hill, unico pilota nella storia a centrare il triplo trionfo a Monaco in F1, a Le Mans e ad Indianapolis.

Alonso gareggerà negli Stati Uniti per il tassello mancante della corona, con un team al 100% McLaren. Bob Farnley, ex team principal alla Force India, guiderà lo spagnolo nella scalata al successo nell’IndyCar.

“L’esperienza ed il carisma di Bob saranno fondamentali in questa entusiasmante avventura – ha dichiarato Zak Brown, CEO McLaren – Fernley è bravissimo nel tirare fuori il 100% da tutto ciò che ha a disposizione in situazioni non facili, una peculiarità che ritengo essenziale per il nostro progetto. La 500 miglia di Indianapolis è una corsa a sé, sono molto felice di avere Fernley a bordo sul ponte di comando”.

Nel 2017, era stato l’Andretti Autosport a dirigere Fernando nel mondo della Indycar. In quell’occasione Fernando fu tradito, ancora una volta, da una motorizzazione Honda. Bob Fernley, già vittorioso nell’IndyCar negli anni ‘80 con il team Ensign, si appresta a ritornare ad Indianapolis: “Tornare al Brickyard sarà per me una grande emozione e sono fiero di essere il condottiero della truppa McLaren – ha annunciato Fernley – la 500 Indy è un inferno, una sfida difficilissima da vincere con avversari di grandissimo valore da battere se vogliamo avere successo. La gara è a maggio 2019, ma per vincere occorre iniziare a prepararsi adesso ed è quello che faremo”.

Le ultime considerazioni di Alonso

La prossima sfida che attende il samurai di Oviedo sarà quella di sempre: vivere il motorsport in tutte le sue sfaccettature, dal WEC all’IndyCar. Provare a vincere e non mollare mai. Probabilmente la 500 Indy non rappresenterà l’ultima battaglia della sua carriera. Forse Fernando ritroverà serenità e quel sorriso spontaneo che oggi ha smarrito. E’ arrivato il momento di voltare pagina per lo spagnolo.

Non è più la Formula 1 che mi ha ispirato ad essere un pilota – ha confessato Fernando – lascio la Formula 1 perché penso che sia uno spettacolo debole. Parliamo di cosa succede fuori dalla pista piuttosto che in pista. Parliamo di politica e stupidi messaggi radio”.

Perdere dei mondiali per una manciata di punti avrebbe invecchiato chiunque. Il Fernando delle ultime stagioni è un pilota svuotato nell’animo ed arricchito solo in banca. Gli anni recenti alla McLaren lo hanno mortificato dal punto di vista sportivo, ma il rispetto dei colleghi non è mai mancato.

Chiudere la carriera in Formula Uno con due titoli mondiali è molto più dei miei sogni di bambino. Ho combattuto ancora per altri tre o quattro campionati, sono arrivato secondo e questo mi ha portato il rispetto di molta gente dell’ambiente – ha chiosato Alonso – preferisco ricordarmi del rispetto invece che dei titoli”.

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